Una risata ci seppellirà. Il 2023 sarà il regno delle donne?
La newsletter di Cristina Giudici
C’è un regno tutto tuo
che abito la notte
e le donne che stanno lì con te
son tante, amica mia,
sono enigmi di dolore
che noi uomini non scioglieremo mai
Ho pensato di dedicare a voi che mi leggete e a tutte le donne i primi versi di questa bellissima poesia di Alda Merini, Il Regno delle donne, per augurarvi buon anno. Al netto di tutte le catastrofi che ci hanno accompagnato anche nella transizione fra la fine del 2022 e l’inizio del 2023. Con i missili sulle teste degli ucraini, le esecuzioni e gli omicidi in Iran, il terrorismo in Afghanistan. E mettiamoci pure la morte di un Re, Pelè, e di un Papa emerito, Benedetto XVI, per mescolare il sacro con il profano e ricordare alcune delle perdite che hanno segnato il 2022.
Guarda il sole quando scende
ed accende d’oro e porpora il mare
lo splendore è in voi
non svanisce mai
perché sapete che può ritornare il sole
Il 2023 sarà però forse l’anno giusto per fondare il regno delle donne. E lo si capisce dal gesto potente ed eversivo dell’attrice iraniana Taraneh Alidoosti che - liberata dopo 19 giorni di carcere nella famigerata galera di Evin - ha stretto un mazzo di fiori con un sorriso radioso, lasciandosi cadere sulle spalle il velo. Celebre per il film premio Oscar Il Cliente, Taraneh Alidoosti è stata fra le tantissime donne che fin da subito hanno aderito alla pacifica ribellione #donnavitalibertà.
E se passa il temporale
siete giunchi ed il vento vi piega
ancor più forti voi delle querce e poi
anche il male non può farvi del male
Attrici, avvocate, attiviste, atlete, donne sconosciute, adolescenti tristemente conosciute perché uccise dal regime. Tutte riprese per un istante che entrerà nella storia con un sorriso, una risata, un gesto di sfida in nome della libertà. Come Sara Khadim al-Sharia, 25 anni. La sua immagine senza hijab al Campionato mondiale degli scacchi ha fatto il giro del mondo. Con un sorriso enigmatico, forse sarcastico, che l’ha trasformata in un’icona del 2023. Una Gioconda del terzo millennio che, già nel 2020, aveva scelto di non indossare il velo, rimanendo temporaneamente esclusa dalle competizioni. Perché la battaglia contro la misoginia teocratica in Iran dura da molti anni, ma mai prima si era diffusa tanto, anche grazie ai social media.
E potremmo andare avanti così, con un lungo elenco di sorrisi, beffardi, raggianti, leggiadri o di sfida di tante donne che hanno tolto il velo o semplicemente mostrato la luce della loro ribellione in tutto il mondo. Ho concluso l’anno in compagnia di Nasim Eshqi, incontrata pochi giorni prima della fine del 2022, e di cui vi ho già parlato, perché è stata una pioniera del free climbing sulle montagne in Iran e perché ha aperto più di 1000 strade in alta quota in tanti Paesi e sulle Alpi italiane. La sua risata squillante con cui ha scandito il racconto della sua vita, ora che ha deciso di restare in Europa e in Italia, mi ha trasmesso allegria, energia, gioia.
Ma c’è anche un altro sorriso che sogno di notte. Non è una storia reale, ma una serie Netflix che mi ha appassionato. Si tratta del sorriso della sudcoreana Woo Young-woo, una giovane avvocata geniale e autistica che guarda al mondo con stupore. Il sorriso che ha stampato sul viso, meravigliato e sornione quando vince una causa o guarda volare le balene che le forniscono un’ispirazione, mi fa letteralmente impazzire.
Qual è il nesso fra l’epica battaglia delle donne iraniane e una favola sull’autismo inventata da abili sceneggiatori? Nessuno, apparentemente. Ma è con il sorriso delle donne, inverato o frutto della fantasia, beffardo, di gioia o di protesta, che voglio augurarvi buon anno. Nella speranza che una risata ci seppellirà e servirà a creare il regno delle donne in questo 2023 appena iniziato. Portando una brezza di ottimismo in un mondo distopico.
Guarda il sole quando scende
ed accende d’oro e porpora il mare
lo splendore è in voi
non svanisce mai
perché sapete che può ritornare il sole
dopo il buio ancora il sole.
E se passa il temporale
siete prime a ritrovare la voce
sempre regine voi
luce e inferno e poi
anche il male non può farvi del male
Il regno delle donne (Alda Merini)
La mia reading list
⭐️ I libri di NRW: Antropologia delle migrazioni
Migrante economico, richiedente asilo, rifugiato, irregolare, clandestino. Sono parole che da decenni abbiamo imparato ad usare, anche se spesso facciamo confusione e le usiamo indifferentemente come sinonimi. Per molti sono l’incubo della modernità. Per tanti sono l’effetto a valanga della globalizzazione, e fa niente se in realtà non è ai tempi nostri ma tra la seconda metà dell’Ottocento e fino agli Anni Trenta del secolo scorso che si sono avuti i flussi maggiori di migrazioni. Per mettere ordine in tutto questo, per una nuova definizione su base antropologica di quello che sta accadendo, ci aiuta il libro di Barbara Sorgoni, Antropologia delle migrazioni, pubblicato dall’editore Carocci. Barbara Sorgoni è professoressa associata di Antropologia culturale e di Antropologia delle Migrazioni presso l’Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Culture, Politica e Società. Adottando una prospettiva antropologica e ricorrendo alle tante ricerche etnografiche già prodotte sul tema delle migrazioni forzate, nel Sud e nel Nord del mondo, il volume riflette criticamente sulla legittimità di mantenere separate tra loro le presunte tipologie di spostamento (regolari/illegali, volontarie/forzate, economiche/politiche), sugli effetti che queste distinzioni esercitano sulla nostra comprensione della realtà e, soprattutto, sull’impatto che hanno nella vita di chi migra e in quella di chi resta. A partire dagli ultimi trent’anni, quando l’approdo al tema si è diversificato tra chi ne ha un approccio umanitario, chi vede solo il presunto trauma collettivo provocato dalle “invasioni” e chi guarda ai confini, pensando a una ridefinizione delle relazioni tra gli stati. Il long read di questa settimana recensito e scelto da Fabio Poletti è tratto da Antropologia delle migrazioni di Barbara Sorgoni: una prospettiva antropologica sul tema delle migrazioni forzate.
⭐️ Il decreto sulle ong del Mediterraneo contrasta col diritto internazionale
L’associazione delle ong italiane (Aoi) definisce incostituzionale il decreto legge sulle disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori, firmato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E chiede ai parlamentari una correzione delle violazioni dei diritti umani.
⭐️ Bookpoem: Dall’esterno dentro
Matteo Gorelli è un educatore, lavora con i “ragazzi cattivi” con precedenti penali e/o abbandonati dalla famiglia presso la fondazione Kayros di don Claudio Burgio. Ha fondato una cooperativa per sviluppare un progetto di discografia con giovani a rischio. E ha scritto Dall’esterno dentro: un’opera ispirata al suo delitto e concepita quando era al Beccaria. Il suo obiettivo è diventare strumento per la riparazione di un danno non risarcibile. Si tratta di un bookpoem che uscirà nel 2023. Qui potete leggere un estratto e, se volete, prenotarlo.
Buona Epifania!