Sulle migrazioni, muri e bla bla bla (e noi ci vediamo domani a Parma con i medici)
La newsletter di Cristina Giudici
Sulle migrazioni, muri e bla bla bla (e noi ci vediamo a Parma domani con i medici per una diversa prospettiva di cambiamento). Bulgaria, Grecia, parte della Turchia (Tracia orientale), le repubbliche ex iugoslave di Croazia, Slovenia, Serbia, Montenegro e Macedonia, la Bosnia-Erzegovina, l’Albania. Questa sarebbe letteralmente la penisola dei Balcani, i cattivi che hanno innescato guerre mondiali e pulizie etniche. Ma nella politica dell’Europa orientale (unica eccezione, per ora, l’Albania che commemora con molta retorica i trent’anni dall’esodo albanese), che ha creato una nuova cortina di ferro simile morfologicamente a un serpentone come la marcia dei migranti che cercano di raggiungere l’Europa occidentale, ci sono anche la Polonia e la Bielorussia. A Minsk arrivano centinaia di persone da Damasco secondo la volontà di Putin di usare i migranti come armi umane contro la Polonia per dirlo a suocera perché nuora (Ue) intenda. E poter dichiarare che le azioni delle guardie di frontiera polacche contro i migranti accampati al confine bielorusso contraddicono gli ideali umanitari propagandati dai vicini occidentali.
E dall’altra parte della cortina di ferro, versione terzo millennio, ci siamo noi. L’Inghilterra che sorveglia Calais per impedire che arrivino i migranti a bordo di canoe e accusa la Francia di lassismo e l’Italia che indugia parecchio prima di autorizzare uno sbarco dalla Libia di cui è complice. E ancora: la Spagna che impedisce la rotta atlantica verso le isole Canarie e manda l’esercito a Ceuta. E soprattutto, davanti alle nuove immagine drammatiche di migranti assiderati e maltrattati al confine polacco, Josep Borrell, l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera, che dice che è tutto sotto controllo (sic) perché il pressing di Bruxelles ha fermato i voli per Minsk (applausi). E chissà se il mail bombing ai vertici dell’Unione Europea per chiedere assistenza e accoglienza dei migranti porterà da qualche parte perché da molti anni i migranti vengono usati come armi umane per ragioni geopolitiche. E dal 2016 invece ci sono stati solo più muri e più bla bla bla.
Diversity leadership nella sanità
Domani 19 novembre si svolgerà il secondo e ultimo workshop del 2021 di Nuove Radici al campus universitario di Parma con il sostegno del Consolato Generale degli Stati Uniti a Milano. Si parlerà delle sfide del sistema sanitario davanti al Covid e di come permettere a migliaia di operatori sanitari con origini straniere l’ingresso nel sistema sanitario nazionale insieme a medici che si sono formati nelle università italiane. Ci focalizzeremo sui circa 80mila operatori sanitari che l’Italia fatica a integrare nel sistema sanitario (a dispetto delle leggi che permetterebbero di far lavorare specialisti con il permesso di soggiorno finché durerà l’emergenza Covid), ma anche sul racconto costruttivo di chi invece è riuscito a cogliere le opportunità e rappresenta un segnale di quel cambiamento che va, però, potenziato. Seguiteci sui nostri canali social di Facebook e Instagram.
Breve rassegna di NRW
Diversity/1. L’incontro con i medici si terrà nel campus universitario di Parma per riflettere sulle sfide del sistema sanitario in una società multiculturale. L’anticipazione di Margherita De Gasperis: Diversity leadership nella sanità: un ponte tra salute e migrazione. Diversity/2. Bookcity #BCM21. Stranieri, migranti e diversity al centro dei 1400 eventi che si terranno a Milano dal 17 al 21 novembre. Gli eventi da non perdere scelti dalla redazione. Diversity/3. Bertrand Tchana, primario di cardiologia pediatrica, domani 19 novembre animerà l’incontro fra medici di origine straniere, a Parma. In un’intervista spiega perché comincia a intravedere qualche segnale di cambiamento nelle università. Africa Rivista. Il Premio Goncourt allo scrittore senegalese Mohamed Mbougar Sarr. I libri che vi suggeriamo. Il long read di questa settimana scelto da Fabio Poletti è tratto da Le stazioni della luna di Ubah Cristina Ali Farah, un racconto di radici mai certe e passato colonialista italiano. Scritto a voce. Il nuovo episodio del podcast Radici dedicato alla sorellanza femminista delle donne italiane e afghane che potete ascoltare anche sul nostro sito: Ep 10 l Radici, il podcast di NRW: Afghanistan, donne che salvano donne. La versione di Adam Clark. Nella sezione inglese questa settimana trovate la traduzione del ritratto di Marina Kaminsky and her performances: art between heaven and hell (and Dante).