Su Ghali ci eravamo sbagliati? E la potenza di Big Mama? Le pagelle di NRW su Sanremo
La newsletter di Cristina Giudici
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E va bene, parliamo di Sanremo. Dello spettacolo dove tutti cantano e presentano i concorrenti e dove quest’anno si porta la protesta per la Palestina e la richiesta del cessate il fuoco. Ecco le nostre pagelle: Ghali, icona delle seconde generazioni o meglio detto delle nuove generazioni con background migratorio, è stato un po’ deludente. Fra il compagno alieno e il vestito di paillettes, è stato paragonato alla fata turchina e ha cantato una canzone facile che riprende alcuni temi di quella più autentica e convincente Cara Italia. E anche se avevo scritto che per noi aveva già vinto lui, ora posso dire “Ops, mi sono sbagliata”. La sua strofa "Ma, come fate a dire che qui è tutto normale. Per tracciare un confine. Con linee immaginarie bombardate un ospedale. Per un pezzo di terra o per un pezzo di pane. Non c’è mai pace” ha suscitato la protesta della comunità ebraica di Milano e il fatto che lui che un po’ rinculi e un po’ avanzi non mi pare una cosa seria. Del resto siamo a Sanremo. Ghali prende solo la sufficienza.
Più convincente per virtuosismo canoro e presenza scenica Mahmood, due volte vincitore del Festival, che non è stato capace di andare dritto al cuore come con Soldi e Brividi ma nel testo di Tuta Gold ci trasmette qualcosa di più sul tema delle nuove generazioni con background migratorio. Come quando canta
Mi hanno fatto bene le offese. Quando fuori dalle medie le ho prese e ho pianto, dicevi: Ritornatene al tuo paese. Lo sai che non porto rancore anche se papà mi richiederà di cambiare cognome
Per Mahmood, voto 8.
Ma la migliore fra i rapper è stata la cantante queer Big Mama che ha pianto lacrime autentiche e con la sua canzone La Rabbia non ti basta ha portato sul palco dell’Ariston la sua storia, il bullismo, la malattia, il body shaming, l’omosessualità, la forza delle donne. Per Big Mama, voto 9.
«Big Mama, in licenza da un quadro di Botero, sbatte in faccia al pubblico vetusto di Sanremo le sue natiche di Venere Callipigia. Natiche perfette, natiche intersezionali», osserva sagace Matteo Matteini che sabato organizza una serata di Vitality Social per spiegare le canzoni di Sanremo ai cittadini stranieri e boomer.
Poi io darei 10 cum laude a Marco Mengoni anche se non è in gara ma è una perversione personale che non riesco neanche a spiegare. Rispetto al tema della diversità ha vinto (e non cambierò idea, lo giuro) Big Mama che in un’intervista ha confidato
Non parlo solo a minoranze specifiche, tipo le persone grasse, è un messaggio universale: parlo a chi è effeminato, basso, proviene da brutti quartieri o da un contesto sociale povero: è un brano per tutti, non parlo solo di corpo ma di quello che ci è successo. Devi essere il primo a credere in quello che vuoi
Big Mama aka Marianna Mammone, classe 2000, invera la diversità e a Sanremo, dove ha cantato un dialogo coinvolgente con sé stessa adolescente, ha trovato oltre a un palcoscenico, forse anche il suo riscatto. In nome della libertà delle donne💪
Leggiamo, facciamo cose e vediamo gente
📚I libri di NRW: La tragedia
L’imminente crollo dell’Unione Sovietica fece accendere la miccia dei conflitti sociali, spesso degenerati in conflitti etnici. Ma quello che successe a Sumgait, nella repubblica sovietica dell’Azerbaijan è l’orrore infinito che ha pochi precedenti nella Storia: il genocidio degli armeni del 1915 in Turchia, il rastrellamento dei ghetti da parte delle SS naziste. Samuel Shahmuradian, in questo La tragedia di Sumgait, pubblicato da Guerini e Associati, ha lavorato su documenti ufficiali e soprattutto ascoltato la testimonianza diretta dei sopravvissuti. Ne emerge un quadro di feroce persecuzione perpetrato da duemila giovanissimi azeri protagonisti di una caccia all’uomo nei quartieri armeni, culminata in stupri omicidi e violenze di ogni tipo anche sui bambini. I morti riconosciuti ufficialmente furono trentadue, secondo fonti armene millecinquecento. La cronaca è quella di un massacro. Una folla fanatizzata attraverso un’opera di disinformazione, distribuzione di alcool e armi bianche, e persone inermi massacrate dai propri vicini con i quali, fino al giorno prima, avevano convissuto in modo pacifico. Le testimonianze tragiche dei sopravvissuti sono un drammatico appello alla responsabilità individuale e pubblica e restituiscono una traccia delle motivazioni e dei meccanismi con cui un uomo può essere spinto contro un altro uomo nella maniera più brutale. Tuttavia i Giusti al tempo del male ci sono stati anche a Sumgait, ed è in nome della verità dei fatti che sorge l’imperativo di valorizzare quegli episodi nei quali azeri vicini di casa, compagni di scuola, colleghi di lavoro, hanno saputo dire «no». Di fronte alla violenza devastante che si abbatteva sugli innocenti, hanno reagito, si sono opposti, non hanno voltato le spalle, come la madre azera che ha salvato un’intera famiglia e con il suo esempio ha evitato al figlio di commettere l’indomani gli stessi crimini. La recensione e l’estratto de La tragedia scelto da Fabio Poletti per NRW
🎵 Sanremo: i migliori meme e crimini di guerra
Qui potete trovare alcuni dei meme più divertenti e anche un pezzo sagace di Guia Soncini sui crimini di guerra di Sanremo.
🗓️ Save the date: XXIX Rapporto ISMU sulle migrazioni 2023
Come ogni anno arriva il momento atteso per parlare dello stato dell’arte sulle migrazioni. Io parteciperò alla tavola rotonda sull’informazione responsabile. Segnatevi la data: martedì 13 febbraio 👇🏽 e se volete partecipare iscrivetevi.
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