Regionali: Perché non avete candidato #unterroneaMilano?
La newsletter di Cristina Giudici
«Quanto paghi per questa stanza?» «Più di 600 euro per 14 metri quadrati.» «La cucina?» «La dividiamo in sette, ma non cuciniamo mai tutti insieme, altrimenti è un delirio.» «E la muffa in bagno?» «Lo abbiamo fatto presente, ma ci hanno risposto che non ci viviamo, in bagno.». Questa è la storia di Chiara, makeup artist di 22 anni, che è venuta a Milano da Pescara con un sogno da realizzare e tiene duro in una zona semi-periferica. La sua video intervista fa parte della serie tragicomica Aff(L)itti. Storie di expat nella città più cara d’Italia, dove si subisce ogni tipo di angheria per stare in quello che è considerato a place to be. A raccontare le storie dei fuorisede - che paiono uscite da una fotografia in bianco e nero degli anni della migrazione al Nord in cerca del boom economico che fu - è Stefano Maiolica, 27 anni, nostalgia canaglia per Salerno e la brillante idea di creare una community dedicata con articoli, video, iniziative solidali e informazioni utili per i fuorisede che vengono dal Sud a studiare e a inseguire le loro ambizioni. Quelle migliaia di studenti che hanno contribuito a costruire una narrativa sulla metropoli milanese con vocazione internazionale che si sta sgretolando sotto i nostri occhi. Una narrazione che, per quanto raccontata con leggiadra ironia, suscita pensieri amari, non solo sul destino della generazione Zeta ma anche per sottotesto e contesto.
Ho scelto Milano in modo da poter avere il futuro a cinque ore di treno da casa. Così, ho fatto le valigie, ho spezzettato il mio cuore e sono salito sul treno che mi avrebbe cambiato la vita per sempre
Dopo aver raccontato sulla nostra piattaforma di NRW mille e più storie di giovani di seconda generazione con genitori stranieri che rappresentano, seppur con tante fragilità e contraddizioni, modelli esemplari - fonte di ispirazione e ponte di connessione per chi è rimasto in mezzo al guado - diamo una sbirciata a quelli che dovrebbero essere cittadini del mondo e invece vivono relegati in un microcosmo fatto di nostalgia di casa, la sfida quotidiana per un affitto, talvolta un materasso in una stanza pagata 400 euro al mese per vivere a Milano. Sebbene ammiri la loro tenacia, mi pare una storia poco contemporanea nell’epoca del ChatGPT, delle enne possibilità offerte dall’intelligenza artificiale e dei viaggi intergalattici delle sonde spaziali. Ma tant’è. E allora, senza fare raffronti con il passato che guardava al futuro, solo pochi anni fa, prima del Covid, prima della guerra in Ucraina, prima della crisi economica - questa sì resiliente a tutti gli sforzi individuali e collettivi - mi chiedo perché mai in questa campagna elettorale, fatta in sordina, nessuno abbia pensato a candidare Stefano Maiolica, che ha creato la pagina Instagram e il blog Un Terrone a Milano. Una maschera paradossale e paradigmatica per parlare in modo ironico delle sfide di una generazione, dei servizi che mancano, delle periferie che si estendono; del disagio di tutti i cittadini italiani che si sentono expat nella loro terra, nel proprio quartiere, e non sanno più come districarsi in questo globo diventato stretto, in questo Paese mal governato e pittoresco, bizantino. Un Paese che, a spiegarlo, ci si perde sempre perché si torna sempre allo stesso punto di partenza, come nel giro dell’oca, ai medesimi nodi mai sciolti. Anche se alla sua età avevo messo 10mila chilometri di felice distanza da Milano perché mi è sempre sembrata una piccola provincia e l’ho riscoperta solo quando sono stata costretta a fermarmi dal lockdown, il suo racconto mi ha fatto sentire davvero aff(L)itta.
In questi anni ho dovuto affrontare tantissime sfide: la ricerca di una stanza decente e a un costo accessibile, il costo della vita a Milano e la tanta nostalgia di casa. Ma queste sfide mi hanno aiutato a capire davvero chi sono e ho deciso di condividerle con voi
Lui forse ha svoltato con la sua brillante iniziativa ed è stato abile a riuscire a mettere a disposizione un pullman per fare tornare a gratis i fuorisede a casa a Natale, ma mi chiedo come siamo arrivati a questo punto. E a leggere i suoi dieci consigli su come evitare la depressione post vacanze a casa, al Sud, così vicino e così lontano perché ancora viviamo in un Paese diviso in due, dove si è costretti a fare gli expat a poche centinaia di chilometri da dove si è nati.
Sembrerà banale ma per molti di noi tornare dalle vacanze può generare un vero e proprio shock perché significa rompere per l’ennesima volta il legame con il nostro “nido” sicuro per rilanciarsi nella frenetica e incerta vita che abbiamo scelto. Ma non dobbiamo neanche esagerare, non stiamo mica andando in guerra!
Ecco, appunto. La guerra. Perché nel frattempo si commemora il suicidio di uno studente iraniano, Mohammadi Moradi, che in Francia si è gettato nel fiume 40 giorni fa per protestare contro il regime. Ci stiamo avvicinando al primo tragico anniversario dell’invasione russa in Ucraina e c’è chi continua a partire per portare un valanga di aiuti alle sfollate e disperate vittime della guerra. Ma tornando alla Milano senza il cuore in mano, ci sono anche gli stranieri che battagliano per una protezione internazionale e vengono respinti in una città lacrimogena e sempre più aff(L)itta dalla mancanza di servizi, affitti sostenibili; opportunità e inclusione. E insomma, dovevate inserirlo Stefano Maiolica nelle liste elettorali per le elezioni regionali del 12-13 febbraio perché Un terrone a Milano incarna meglio di tanti giovani funzionari di partito lo spirito dei tempi di regressione economica e culturale. Almeno in questa landa lombarda e che tanto amiamo ma ci aff(L)igge.
La mia reading list
⭐️ I libri di NRW: La squadra
Ma davvero si sente la differenza tra le due ultime amministrazioni americane? All’apparenza, tra il tycoon sbruffone Donald Trump e il moderato Joe Biden sembra esserci un abisso. A guardar bene, a guardare a quello che succede negli Usa, il mantra per cui tra l’elefante repubblicano e l’asinello democratico – sono i due simboli dei partiti – oramai non c’è più differenza perché in mano alle lobby che pensano solo agli affari, potrebbe non essere del tutto sbagliato. L’America alla fine è quella di sempre: le minoranze soprattutto quella afroamericana stanno peggio, chi ha i soldi ne fa sempre di più, le stragi infinite non hanno ancora portato ad un reale controllo sulla vendita delle armi, la sanità continua ad essere prerogativa di chi può permettersi le assicurazioni migliori e – dulcis in fondo – la vicepresidente afroamericana Kamala Harris che al confine con il Messico invita gli immigrati a stare a casa loro, non ci pare così diversa dal peggior Matteo Salvini. Eppure, c’è sempre un eppure, ci sono quattro donne dell’amministrazione Usa, background migratorio, spesso con un passato turbolento dove la fame non è una cosa detta tanto per dire, che cercano di fare la differenza. Sono le “figlie” di Bernie Sanders, il candidato più socialista che dalle primarie democratiche ha cercato di dare l’assalto alla Casa Bianca. Francesco Foti, in questo La Squadra pubblicato dalle edizioni People, racconta le storie, le idee, lo stile di queste quattro donne che stanno cambiando il volto della politica Usa, offrendo a Biden e ai democratici un’opportunità di rilancio unica, in vista delle elezioni di medio-termine del 2022 e delle presidenziali del 2024. Sono Alexandria Ocasio-Ortez, Ilhan Omar, Rashida Tlaib e Ayanna Presley. Sono The Squad, il futuro della politica Usa, la democrazia più grande del mondo. Parola assai abusata che The Squad potrebbe rivitalizzare. Il long read di questa settimana recensito da Fabio Poletti è tratto da La squadra di Francesco Foti. Storie, idee, stile di quattro donne che stanno cambiando il volto della politica Usa.
⭐️ Trieste è bella di notte
Il game della rotta balcanica continua a respingere brutalmente i profughi arrivati ai confini orientali dell’Europa. Se ne riparla nel documentario di Matteo Calore, Stefano Collizzolli, Andrea Segre.
⭐️ Il caso Cospito e lo stato di diritto
Non mandate il cervello in letargo, che si avvicina la primavera. Leggete cosa scrive Patrizio Gonnella dell’associazione Antigone sull’articolo 41 bis e il diritto illiberale: la Corte Europea dei diritti umani e la Corte Costituzionale hanno messo in discussione l’ergastolo ostativo, ossia l’ergastolo senza speranza di uscita al quale sono oggi soggetti circa i due terzi del totale degli ergastolani. Pensate siano tutti mafiosi? NO. E comunque lo stato di diritto dovrebbe valere per tutti, in una democrazia.
⭐️ Circoli virtuosi
Circoli virtuosi è l’associazione di Ivrea, diventata socia della Cooperativa La Tenda, che offre accoglienza a chi non può avere una casa, grazie anche a un circolo virtuoso di lasciti e appartamenti affidati in comodato d’uso (150 appartamenti solo a Bra) o in convenzione con il Comune. Un miraggio per le grandi aree urbane. E hanno riaperto una comunità di accoglienza. Per info, seguiteli sulla loro pagina Facebook.
📀 Lunga vita a Sto di Ghali diventa disco d’oro
Disco d’oro per Ghali con il suo progetto discografico del 2017 Lunga vita a Sto con 25.000 copie vendute.
Mi fa ridere pensare che testi scritti 15 anni, da lì a qualche anno, sarebbero diventati così culto. Lavoravo per 3 euro all’ora nella reception di un ostello in Corso Buenos Aires dalle 9 di sera alle 9 del mattino, un lavoro che odiavo con tutto me stesso e a cui non riuscivo a dare un senso. Il senso l’ho trovato dopo quando ho utilizzato nei miei testi tutti i riferimenti dei film che mi guardavo durante la notte in quel posto. Charlie uguale, stessi euro all’ora ma in un bar in zona sua
⭐️ Nuovo disco di Karin Ann, For the Moment
Il coraggio della giovane cantante slovacca Karin Ann - che lo scorso anno ha espresso il suo sostegno alla comunità LGBTQ+ durante la sua esibizione alla televisione di stato polacca TVP2 - ha innescato una catena di solidarietà. A cominciare dalla ex Spice Girl, Melanie C, che a Capodanno ha annullato il suo concerto in Polonia per protestare contro la discriminazione della comunità LGBTQ+ in Polonia. In anteprima mondiale, il 27 gennaio, Karin Ann ha presentato la pop-ballad For a moment.
A giovedì prossimo ! (si parlerà solo di Sanremo, giuro)