Profughi che non vogliono restare in Italia. Ne parliamo il 7 giugno con l'assessore Bertolè
La newsletter di Cristina Giudici
Ciao a tutti e a tutte, questa è la newsletter di NuoveRadiciWorld e non è stata scritta dall’AI ma prima o poi lo farò e voglio vedere se mi beccate. Oggi vi voglio raccontare dei profughi in transito che non vogliono restare in Italia (manco loro, non so se mi spiego). 😎
Gli ultimi che sono passati da Milano ieri erano iraniani: tre amici in fuga, due dita rotte, una notte in città e poi via verso la Germania
Prima ancora era arrivato un giovane dal Marocco e siccome ha avuto una crisi epilettica ha deciso di restare e chiedere la protezione internazionale. Ancora non sa che dovrà affrontare un’odissea burocratica e probabilmente non ce la farà mai. Nell’attesa, vive nell’appartamento di Rete Milano che offre assistenza ai profughi di cui nessuno parla perché svaniscono dopo qualche giorno sapendo che l’accoglienza ormai è quasi una chimera. Non ci sono posti nei centri, devono aspettare sei mesi solo per avere un appuntamento in questura e quindi spesso restano per strada. In tutta Italia, ma ancora di più nelle aree urbane più attrattive come Milano, dove ne passano decine al giorno senza fermarsi. L’inchiesta di Goffredo Buccini uscita sul Corriere è esaustiva.
Nel 2022, secondo il Consiglio italiano per i rifugiati, su oltre 77.195 richieste, le domande esaminate in Italia sono state 52.625: il 53% ha ricevuto un diniego (27.385), il 12% il riconoscimento dello status di rifugiato (6.161), il 13% la protezione sussidiaria (6.770), il 21% la protezione speciale (10.865) usata un po’ da tappabuchi. Così il diritto d’asilo sta producendo ricorsi dei migranti e ordinanze dei tribunali, che sovente sanzionano “iniziative repressive” e “prassi illogiche”. Da Milano ad Ancona, da Roma a Bologna, i giudici colmano un vuoto forse politico prima ancora che organizzativo
I profughi che transitano - perché sanno che ricominciare una nuova vita in Italia è una lotteria e dopo aver superato il game spietato della rotta balcanica (qui potete ascoltare il nostro podcast, se volete approfondire) sono stremati e non hanno più voglia di azzardi - rappresentano un flusso ombra di cui si parla poco.
Perciò abbiamo deciso di organizzare un dibattito mercoledì prossimo 7 giugno con Fausta Omodeo, presidente di Rete Milano, e l’assessore comunale al Welfare Lamberto Bertolè, grazie all’organizzazione impeccabile del nostro amico e partner Roberto Cociancich che ha fondato lo spazio aperto alle idee e alla comprensione dei cambiamenti il mulino di The Mill- le passioni generano idee. Basta dirgli “e se parlassimo di…” e lui, senza aspettare che finisca la frase, ha già colto la cosa buona e giusta da fare, si mette in moto con una passione sorprendente anche per una milanese imbruttita
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Fausta Omodeo ci racconterà delle migliaia di persone che ha incontrato, aiutato, assistito prima che sparissero in cerca di una meta più certa. L’assessore Lamberto Bertolè affronterà il tema dell’accoglienza: nodo cruciale e complesso da sciogliere in una città dove tutti vogliono venire e da dove tanti vorrebbero scappare. Parleremo della frontiera nascosta dentro la città per decine di persone che ogni giorno passano per raggiungere famiglie e comunità che li attendono, sebbene la Convezione di Dublino imporrebbe all’Italia di identificarli, dar loro asilo e semmai rimpatriarli. Di fatto sono ombre che passano a fianco a noi, bisognosi di tutto e timorosi di tutti. Alcune associazioni e il Comune di Milano si fanno carico del loro dramma fra norme stringenti, l’insofferenza di parte dell’opinione pubblica e delle destre che su questo tema hanno costruito il proprio consenso.
Perciò Nuove Radici e The Mill - le passioni generano idee (qui trovate tutte le informazioni) dialogheranno con i nostri ospiti e con chi vorrà partecipare all’incontro sul flusso dei profughi. Che sono soprattutto afghani e iraniani e avrebbero diritto ad arrivare con i corridoi umanitari perché in fuga dai talebani e dalla ferocia del regime iraniano (che nel mese di maggio ha impiccato oltre 200 persone) e transitano per Milano senza che nessuno possa fermare la loro determinazione a raggiungere Paesi più strutturati a offrire un’ integrazione reale
Parleremo anche di Ismail Zabiullah, 22 anni, che vorrebbe studiare all'Albion College in Michigan. Passato da Milano in una gelida notte nello scorso gennaio e accolto da Rete Milano, ora si trova in un centro di accoglienza a Wismar, nella città tedesca che si affaccia sul Mar Baltico. Ismail ha ottenuto una borsa di studio che copre il 70% dei costi ma ha bisogno di 10mila euro per iscriversi in autunno all'Albion College. Ismail Zabiullah ha lavorato per l'Unicef in Afghanistan, prima di essere costretto a scappare. Potete vedere chi è, cosa ha fatto e partecipare alla raccolta fondi per un profugo che smonta tutta la narrazione populista sulle migrazioni.
Vi aspettiamo mercoledì 7 giugno in via Cappuccio 5 alle 18,30 per parlare di Ismail, di tutti i viandanti che transitano da Milano e dell’accoglienza. 💪
Leggiamo, facciamo cose e vediamo gente
⭐️ I libri di NRW: La regina Carlotta
Abbiamo amato Bridgerton, la serie tv passata su Netflix nel 2020. Con i suoi costumi, il suo plot narrativo mai banale, attori di grande livello come l’indimenticabile Regé-Jean Page, inglese ma di origini zimbabwesi ci ha alleggerito la pandemia ma ci ha fatto pure pensare. E molto. Perché non si era mai vista una serie così multietnica, così attenta alla diversity, dove agli afrodiscendenti non erano riservati ruoli marginali come al solito. Anzi, tra gli interpreti principali spiccava Golda Rosheuvel, attrice guyanese naturalizzata britannica, nel ruolo della Regina Carlotta. E proprio La Regina Carlotta si chiama il libro pubblicato in questi giorni da Mondadori e scritto da Julia Quinn e Shonda Rhymes. Un libro uscito in contemporanea alla omonima serie di Netflix, una sorta di prequel di Bridgerton, che sta già nell’olimpo degli indici di ascolto. Il libro è semplicemente la storia d’amore tra tra l’ancora principessa Carlotta di Meclemburgo-Strelitz e re Giorgio III. Una storia del 1761 che interessa ancora oggi, per le sue diatribe mai sopite. Infatti, delle origini della regina Carlotta di Meclemburgo-Strelitz si parla sin da allora senza che se ne sia venuti a capo. Secondo alcuni storici della diaspora africana la moglie di Giorgio III, che ha poi generato re Giorgio IV salito al trono dopo il periodo Regency, appunto della reggenza, sarebbe stata indubbiamente mulatta. Tanto che una sua effige sarebbe stata uno degli elementi di forza degli abolizionisti che volevano la fine della schiavitù pure nelle Colonie. La recensione di Fabio Poletti per NRW.
⭐️ Le storie degli altri: Monica e Peg che hanno lasciato il convento per amore
Una storia che avviene fra l’Australia e il Cile, combatte i pregiudizi, i muri della Chiesa cattolica e lascia un sapore agrodolce in bocca. La trovate su Storie degli altri.
🕊 Draw for peace
Nella scuola d'arte di Kherson studiavano ottocento bambini, prima dell’invasione russa. Hanno continuato a disegnare da remoto in Ucraina e nei Paesi dove hanno trovato rifugio (dall'Australia al Canada). I loro dipinti, focalizzati sul desiderio di pace, sono esposti a Firenze nella mostra Draw for Peace al RFK International House of Human Rights, curata dall’associazione Vitaukr.
🤌🏼 Se guadagnate 1300 euro al mese la colpa non è mia
Vi lascio con un video sul veemente dibattito generazione Zeta versus mercato del lavoro. Se sono i boomer a dire “andate a lavorare” monta l’indignazione ma se lo afferma una ventenne diventata famosa su TikTok per le sue lezioni di cörsivœ?Ne riparleremo presto (magari in cörsivœ).
Ci sentiamo giovedì prossimo, daje 🤙🏽
E pensate a noi nella dichiarazione dei redditi: basta cercare la casella per gli enti no profit e inserire il codice fiscale, grazie! 👇🏽
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