#Primaibambini (ovunque) grazie a Damiano Rizzi e a Soleterre
La newsletter di Cristina Giudici
Voglio dedicare l’ultima newsletter del 2024 a un uomo buono, un Giusto, una sorta di Babbo Natale per noi laici. Voglio dedicarla allo psicoterapeuta dell’età evolutiva e psico-oncologo Damiano Rizzi, che si sporca le mani con il dolore proprio e altrui, curando i doppi traumi dei bambini e adolescenti feriti, mutilati dalle guerre degli adulti e afflitti dalle patologie oncologiche. Un professionista che non si risparmia mai e non si nasconde dietro le ideologie e le polarizzazioni politiche.
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La sua ultima sfida è stata quella di portare il Natale a Betlemme, fra i piccoli martoriati dalla guerra in Palestina. Con un nuovo progetto della sua Fondazione Soleterre con Unobravo, azienda che offre un servizio di psicologia online e Società Benefit: un centro per la cura del trauma psicologico infantile in Palestina, vicino a Betlemme. Il Soleterre Children Center fornirà supporto psicologico mirato per aiutare i bambini nell'elaborazione del trauma, promuovendo percorsi di cura integrati e di sostegno emotivo per pazienti malati di cancro, pazienti pediatrici in cura presso gli ospedali di Betlemme e traumatizzati dalla guerra e loro famiglie. Inoltre, si rivolgerà anche agli operatori sanitari che lavorano in prima linea in ospedali e campi profughi del territorio.
World press photo 2024. Mohammed Salem, Palestine, Reuters
L'escalation di violenza nei territori palestinesi occupati non deve interrompere le cure dei pazienti oncologici e di quelli con patologie croniche pediatriche. Sono bambini traumatizzati dalla guerra e hanno bisogno di ritrovare un posto sicuro. Almeno dentro di loro. Secondo il diritto internazionale, i bambini devono godere di una protezione speciale, essere protetti dalla violenza in ogni momento e ricevere cure in qualsiasi condizione. L’infanzia dovrebbe essere sinonimo di spensieratezza, crescita e sogni. Purtroppo, in Palestina, questa realtà è stata brutalmente stravolta dalla guerra, che sta lasciando ferite profonde, visibili e invisibili. Con questo progetto Soleterre vuole ribadire un impegno chiaro e concreto affinché i bambini possano elaborare il proprio vissuto, ma anche ritrovare la forza e la fiducia in sé stessi e negli altri, ha detto Damiano Rizzi, presidente di Fondazione Soleterre, psicoterapeuta dell’età evolutiva e psico-oncologo.
Prima i bambini, sempre e ovunque. Questa è la storia di Mahmoud, nato in Siria senza braccia per una focomelia bilaterale superiore. A soli 4 anni, con la mamma Amar è scappato dall’Isis che ha occupato il suo villaggio e ucciso il padre.
Tra le braccia dello zio è stato un attimo, ha scritto Damiano Rizzi sui social. Un bagliore nella notte della fuga nel fango ha preso le tue gambe e la vita dello zio. Le chiamano mine antiuomo, ma non sanno cosa dicono. Ti abbiamo trovato con @soleterre_it e da subito amato come un figlio. Insieme alla @redazioneiene ti abbiamo “adottato”. Protesi, scogliosi, scuola e tutto quello che occorre. Come un figlio. Tu non ti sei mai perso d’animo. Scrivi con il naso, la bocca, il moncherino delle gambe. Giochi a calcio e pratichi nuoto. Quando non c’è guerra. Combatti con il sorriso e gli occhi. Riesci ad arrivare lontano con la forza della vita che non si ferma davanti a malattie, guerre amputazioni. Perché la vita è oltre tutto. Oltre il corpo, l’apparenza, lo specchio. La vita è nel profondo dell’anima. La vita è oltre la morte.
Prima i bambini, sempre e ovunque. E infatti Soleterre opera in Ucraina da 20 anni ed è operativa in 14 ospedali e reparti pediatrici ucraini. Ha creato molteplici progetti per bambini feriti dalla guerra che avevano smesso di parlare per il trauma, ha continuato a curare i piccoli pazienti oncologici, come vi ho già raccontato e contribuito a creare mini cliniche mobili anche per adulti. Pur sapendo che lui cercava di guarire le ferite psicologiche dei minori che poi, a ogni allarme di missili o droni in arrivo dalla Russia, tornavano allo stesso punto del PTSD, post-traumatic stress disorder.
E infatti quando l’8 luglio scorso è stato attaccato l’Ohmatdyt Children's Hospital di Kyiv, l’ospedale pediatrico più grande del Paese dove ogni anno vengono curati 20mila bambini, Damiano Rizzi ha detto una frase categorica quanto difficile da metabolizzare: “Per me la fine del mondo è questa. Attaccare deliberatamente un ospedale in cui sono ricoverati malati di cancro. Quella immagine rappresenta la fine del mondo. Non ne occorrono altre”.
Ma Damiano Rizzi è anche un uomo che si mette in prima linea nella lotta contro il femminicidio e la violenza di genere, avendo affrontato il dolore per la sorella Tiziana, uccisa dal marito, per cui ha fondato un’altra associazione: Tiziana vive. Un’immenso dolore con cui convive anche grazie al perdono che per lui è necessario a recidere ogni legame con chi uccide. E cerca di promuovere un cambiamento culturale che riesca a prevenire il femminicidio che dovrebbe essere considerato un reato universale.
Insomma tanta roba, come avrete capito. E ora il Natale a Betlemme con i bambini palestinesi (qui trovate come sostenere il progetto). E una sola parola da dirgli, anzi da scrivergli. Grazie di esserci, Damiano Rizzi.
Leggiamo, facciamo cose e vediamo gente
📚 I libri di NRW di Natale
Da Ventiquattro testi inediti per raccontare la letteratura africana dall’età coloniale a oggi di Africana al Medio Oriente con Perché la Palestina è perduta ma Israele non ha vinto. Storia di un conflitto (XIX-XXI secolo) di Jean-Pierre Filiu a Ricco quanto il re. Una storia d’amore a Casablanca di Abigail Assor. Tutti i suggerimenti di letture per le feste scelti per voi da Fabio Poletti per NRW.
👎 Il caso disumano di Salvini
Il caso Salvini e la sua assoluzione al processo Open Arms che lo indebolisce ulteriormente, anche se c’è chi pensa che potrebbe rivendicare il Viminale (assurdo). L’analisi su Linkiesta. Ne parliamo l’anno prossimo, forse. Per ora preferiamo sdrammatizzare con amara ironia perché, come spiegano gli autori di questo video, bisogna difendere un solo confine: quello dell’umanità.
Buone feste a quasi tutti!
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