Piangiamo per l'Ucraina senza cedere alla propaganda della Povera Gente
L'editoriale di Cristina Giudici
P.S. Per oggi non scriverò satire su nessuno. Sono troppo vecchio per mostrare i denti senza ragione. E farei ridere gli altri di me. Voi sapete il proverbio: chi scava a un altro il fosso, ci casca lui per primo.
Piangiamo per l'Ucraina senza cedere alla propaganda della Povera Gente. Il post scriptum riportato sopra potrebbe essere interpretato come una condanna a un aggressore di qualsiasi sorta e invece si trova a pagina 30 della mia edizione di Povera Gente, il romanzo scritto da Fëdor Michajlovič Dostoevskij a soli 24 anni. L'ho scelto perché è davvero povera la gente che si lascia trascinare in dispute ideologiche parossistiche in un momento cosi drammatico per l'Ucraina e l'Europa intera. Il caso della censura, parzialmente rientrata, del corso che lo scrittore Paolo Nori avrebbe dovuto tenere all'università Bicocca su Dostoevskij è un melodramma che indica fino a che punto può arrivare l'idiozia terrena. Paolo Nori ha suscitato un caso in una diretta su Instagram, diventata virale, in cui piange e un po' trattiene un'amara risata: censurare Dostoevskij in quanto russo è un'idea talmente balzana da scatenarmi una reazione di ilarità, per quanto un po' isterica dato il contesto. Così è accaduto con il fotografo russo Alexander Gronsky al quale hanno revocato l'invito al festival Fotografia Europea. E così è accaduto con il maestro russo Valery Gergiev, epurato dalla conduzione de La dama di picche alla Scala perché non ha abiurato le sue convinzioni.
Che siano pacifisti, dissidenti, filoputiniani o, follia, scrittori universali, la doppia morale non cambia: i russi e pure la loro sublime letteratura vanno puniti. Era prevedibile, come ci ha detto Mario Giro, che i russi sarebbero diventati dei paria, ma mostrare cosi poco rispetto verso un popolo che subisce le angherie del totalitarismo, è uno spettacolo ridicolo oltre che offensivo.
Piangiamo per l'Ucraina senza cedere alla propaganda della Povera Gente. Il mio cuore piange per l'Ucraina, per gli ucraini che amano tanto l'Italia e infatti non è un caso che nel nostro Paese ci sia la comunità più grande di tutta l'Europa, ma questa mancanza di pensiero critico (già emerso durante la pandemia) è davvero deprimente. E non mi piace questa Europa con l'elmetto in testa. Dobbiamo negoziare, aiutare l'Ucraina con i corridoi umanitari, sostenere la popolazione civile accerchiata dai russi, non scimmiottare i nostri avversari con atteggiamenti illiberali. Bisogna sostenere il popolo ucraino con opere di bene, senza cedere alla propaganda. E magari interrogarci con maggiore profondità sulle ragioni del conflitto che sfida i nostri valori non negoziabili sulla libertà e i diritti umani.
Per questo motivo vi invito ad aiutare la comunità ucraina della Chiesa dei santi Giacomo e Giovanni dove numerose volontarie lavorano giorno e notte nello scantinato della parrocchia per raccogliere pacchi alimentari, medicine e vestiti da inviare in Ucraina.
Piangiamo per l'Ucraina senza cedere alla propaganda della Povera Gente. Aiutiamoli, invece di accartocciarci in dispute da social per mostrare i muscoli contro tutti i russi, vivi o morti che siano. Perché, come ha scritto a Paolo Nori il fotografo russo Alexander Gronsky non più gradito al al festival Fotografia Europea, ora ci sono cose più urgenti e angosciose a cui pensare.
In questi tempi folli, le accuse e la rabbia cadranno come bombe su tutti senza nessuna distinzione. E dobbiamo riconoscere che la colpa per i crimini di oggi graverà sui russi per sempre. Adesso non riesco a dispiacermi per la revoca del mio invito, il mio dispiacere è tutto per il popolo ucraino. Tempi bui attendono la Russia, è difficile accettarlo.
Breve rassegna stampa di NRW
Le conseguenze della guerra nello sport. Dopo l'invasione dell'Ucraina, sono diverse le federazioni sportive che hanno escluso la Russia dalle competizioni internazionali. A partire da UEFA e FIFA. L'analisi di Domenico Cannizzaro: La guerra Ucraina-Russia che si combatte anche nello sport. Le conseguenze della guerra per le famiglie straniere in Italia. Ucraini, russi, persino studenti magrebini delle università di Kiev. Tutte le domande a cui la nostra esperta legale Irene Pavlidi deve dare risposta: Alto rischio: gli effetti collaterali della guerra in Ucraina. Le conseguenze della guerra sugli altri profughi che l'Europa non vuole. Per i profughi ucraini verrà applicata la Direttiva 55 del 2001 con cui l'Europa riconoscerà loro una protezione temporanea. È la prima volta. La polemica di Sindbad il Marinaio: La UE accoglie i profughi ucraini dopo essersi dimenticata di siriani e afghani. La versione di Adam Clark. La traduzione di questa settimana riguarda il nostro workshop sulla sanità (il prossimo sarà a Genova sulla partecipazione politica): Diversity leadership in healthcare: Chief consultant Bertrand Tchana sees signs of change. I libri di NRW. Il long read scelto questa settimana da Fabio Poletti è tratto da Repubbliche atlantiche di Antonino De Francesco, uno studio sulle contaminazioni tra i Paesi che affacciano sull'Atlantico. Le migrazioni che non conosciamo. Esordio su NRW di Gabriella Saba, giornalista esperta di America Latina: Diego Battistessa e le migrazioni in America Latina. Cittadinanza quasi accolta dopo anni di battaglie. Alcune Regioni si muovono per aprire l'esercizio della professione medica a chi non ha la cittadinanza ma, come spiega Foad Aodi, resta la confusione legislativa, come vi racconta Margherita De Gasperis: Sanità pubblica: Lazio e Friuli aprono ai medici stranieri (ma solo per un anno). L’editoriale. Abbiamo parlato di Ucraina con Mario Giro: Ucraina. La guerra di Putin, le 5 cose da sapere e la comunità in Italia.