Ouidad Bakkali in Parlamento e Paola Egonu in Nazionale. Due di noi
La newsletter di Cristina Giudici
Ouidad Bakkali in Parlamento e Paola Egonu in Nazionale. Due di noi. Due giovani donne italiane che inverano tutti i cambiamenti della società e ci rappresentano. Ouidad Bakkali è stata eletta in Parlamento in una legislatura che sarà problematica (anche) sui temi delle diversità. L’abbiamo seguita fin dall’inizio perché sapevamo che la sua forza e lungimiranza l’avrebbero premiata. E così è stato. In passato si è parlato molto di lei perché il 13 novembre 2015 era a Parigi, in uno dei locali attaccati insieme al Bataclan. È diventata assessora solo pochi anni dopo aver finalmente ottenuto il diritto di voto. Nel 2019, in un’intervista a NRW, ci ha detto
Per i nuovi italiani il voto sancisce il proprio essere. È la chiusura del cerchio per far parte di una comunità a tutti gli effetti. Scegliere i propri rappresentanti politici è anche una cosa simbolica che ci tiene tutti insieme
Successivamente, è diventata presidente del Consiglio comunale di Ravenna e vicesegretaria del Pd in Emilia Romagna. L’abbiamo scelta per la classifica dei politici da tenere d’occhio nel 2022 e infatti non ci ha deluso. Origini marocchine, al Festival delle nuove generazioni di Bologna, il 18 dicembre scorso ha parlato della pluridiversità: il termine più appropriato per spiegare la complessità di una società multiculturale e ridurre ulteriormente la distanza fra “noi” e “loro”. Una di noi perché Ouidad Bakkali è una fondamentale interprete della società contemporanea.
Arrivata a Montecitorio ha scritto queste parole che trovo immense
Dentro quest’aula porto la mia generazione, porto le donne che sono fuori da quest’aula, che ne contiene troppo poche, porto chi, come me, ha famiglie che in questo Paese sono immigrate per trovare nuove opportunità e realizzare sogni grandi. Porto l’umiltà di imparare e ascoltare. Porto la determinazione e il coraggio necessari per grandi battaglie. Porto il sorriso e la gentilezza praticata nei rapporti umani e politici. Porto il senso di responsabilità per affrontare questo momento storico difficile, ma anche la speranza e la grinta necessari per costruire un futuro possibile, più giusto e luminoso
Anche Paola Egonu è una di noi. Una straordinaria atleta che ha posto il problema del razzismo e delle discriminazioni nel mondo dello sport (e non solo). E ha deciso di prendersi una pausa perché sfibrata dagli attacchi degli haters. Paola Egonu da anni è una delle più forti giocatrici al mondo. Con i colori dell'Italia, ha vinto gli Europei nel 2021 e l'argento ai Mondiali del 2018. Il 15 ottobre ha alzato al cielo una medaglia, quella di bronzo, ma a bordo campo sono state riprese le sue lacrime mentre diceva. «Non puoi capire, non puoi capire. Sono stanca. Mi hanno chiesto perché sono italiana. Questa è la mia ultima partita in Nazionale». Eppure Paola Egonu è una di noi. Un’atleta veneta che dovremmo porre sul podio per il suo talento. Fine. Le sue lacrime fanno male.
Ouiddad Bakkali e Paola Egonu sono due donne che dovrebbero essere valorizzate per i loro talenti e non per le proprie origini. Sono due di noi.
Il workshop sulla Diversity leadership nelle aziende a Vicenza
Foto di Maki Galimberti.
Si svolgerà il 28 ottobre nella sede della Confindustria Vicenza l’ultimo incontro del ciclo Diversity leadership organizzato da Nuove Radici e il Consolato Generale Usa di Milano, dedicato agli imprenditori italiani e a quelli di origini straniere. Fra i partecipanti ci sarà Hamed Ahmadi, fondatore della catena Orient Experience, scelto dal Michelle Obama per la sua serie Netflix. All’incontro ci sarà anche sua sorella Zahra Ahmadi, attivista e imprenditrice, che ha fondato uno dei ristoranti più famosi di Kabul, prima della sua fuga dai talebani. Interverranno anche Carla Lotto della multinazionale Xylem Europe sul tema dell’equilibrio e diversity come missione, ma anche come leva della crescita per avvicinare etica e business; Luciana Silvestri, socia fondatrice de La Giardiniera di Morgan, che spiegherà la sua filosofia inclusiva sull’impresa come comunità; Alice Carollo, amministratore delegato e presidente di Alpacom srl, interverrà sull’importanza della Diversity leadership in Veneto come opportunità mentre Bassel Bakdounes, Ceo di Velvet Media, parlerà della forza delle visioni e delle rigenerazioni imprenditoriali. Nel pomeriggio il workshop sarà coordinato da Anass Hanafi, presidente di Nili, il Network Italiano dei Leader per l'inclusione, e da Ronke Oluwadare, psicologa e formatrice che osserva: «Credo fortemente sia tempo che la pluralità venga non solo rappresentata, ma anche valorizzata all'interno di ogni contesto organizzativo. Il lavoro è uno dei luoghi chiave per molti giovani e adulti, quindi le aziende non possono permettersi di rimanere indifferenti a questo aspetto».
La mia reading list
⭐️ I libri di NRW sugli expat
Oggi per placare le nostre coscienze usiamo il termine expat, da espatriati. Fino agli Anni Sessanta c’era solo una parola per spiegare chi sono le persone che lasciano il loro Paese, in cerca di una vita migliore: migranti. La differenza, tutta nella nostra testa, vuole che gli expat siano più agiati, con un lavoro sicuro, piuttosto dei migranti alla deriva e non solo in senso metaforico. Quella che racconta Andrea Cantone, insegnante col dono della scrittura e una famiglia che lo ha ispirato, è una storia vera. Una come tante di migrazioni verso l’Africa negli Anni Trenta e Quaranta del secolo scorso, quando il “continente nero”, ma non solo le colonie dell’Italia fascista che sognava l’impero, aveva un fascino tutto particolare nell’offrire una seconda occasione a chi non aveva saputo cogliere la prima. La luce dell’Equatore, pubblicata dalle Edizione Effetto, è la storia vera di uno zio dell’autore che, come tanti abitanti di Roasio in provincia di Vercelli, un bel giorno decise di lasciare tutto per andare in Nigeria. Sulla base di vecchi diari e di fotografie in bianco e nero, trovate a casa dei nonni, Andrea Cantone ricostruisce la vicenda dello zio. Il racconto che ne esce è la fotografia di un’epoca, di un’Italia che va stretta a molti, di un continente, in questo caso un Paese, la Nigeria, che attraeva molti per un fascino esotico che faceva presa su chi pensava di essere più esploratore che migrante, più avventuroso che costretto dalla necessità. Un sentimento molto lontano dalla voglia di conquista di un regime che, cantando Faccetta nera, di lì a poco sarebbe andato a schiantarsi. La recensione e l’estratto scelto da Fabio Poletti.
⭐️ La faida fra i trapper è un film in cerca di un regista
La scena musicale e criminale dei trapper raccontata in modo sublime per immagini, strofe e video da Carlo Antonelli su Dagospia: Perché dovremmo andare a vedere Virzì quando ci sono Baby Gang e Simba La Rue?
⭐️ Generazione Z
La Presidenza della Regione Toscana e Giovanisì organizzano, nell’Anno Europeo dei Giovani, il Next Generation Fest, un evento dedicato alle nuove generazioni, in cui saranno al centro temi come Europa, Innovazione, Digitale, Sostenibilità, Creatività, Inclusione e Cittadinanza, visti con gli occhi della Generazione Z. Qui potete vedere di cosa si tratta.
⭐️ Allah loves Equality
La campagna del regista ed attivista pakistano Wajahat Abbas Kazmi sull’identità di genere è diventata un film.
Vi aspetto al workshop di Vicenza, se siete da quelle parti il 28 ottobre. Potete iscrivervi qui (e vedere di cosa si tratta) o scrivendoci a nuoveradiciaps@gmail.com
A giovedì prossimo !