Noi non ripartiamo da Zero. E vogliamo valorizzare la diversity. Ehi bro, che ne dite?
L'editoriale di Cristina Giudici
Noi non ripartiamo da Zero. E vogliamo valorizzare la diversity. Ehi bro, che ne dite?Ā Finalmente ĆØ arrivata lāattesa serie diĀ Netflix,Ā interpretata da un cast di afroitaliani, che parla alla generazione Z di periferie, amicizia, amore, conflitti e riscatto. Insomma temi e valori universali. Aspirando a rappresentare lāItalia che cambia fuori dagli stereotipi, ne ripropone però alcuni. E non solo sugli italiani di origini straniere, anche sulle periferie e sullāItalia che vuole raccontare. Ma vi lascio il tempo di guardare i primi episodi senza spoiler perchĆ© domani pubblicheremo altri articoli che entreranno nel dettaglio, con mini recensioni fatte da persone che quella serie vuole rappresentare. CioĆØ lāItalia che sta cambiando velocemente e ora chiede maggior inclusione, rappresentazione, visibilitĆ . Indipendentemente dal giudizio sulla serie,Ā Zero potrebbe fare la differenza. E segnare il cambiamento verso unāItalia davvero plurale, mosaico di culture, talenti emergenti con doppie radici da valorizzare, come facciamo noi quotidianamente.
Basta vedere i molti plausi di tanti giovanissimi di origini straniere che sembrano considerare gli attori protagonisti davvero dei supereroi. Fonte dāispirazione, capaci di spingere altri attori con più radici a non sentirsi più soli in una stanza. E infatti i protagonisti sono finiti sui giornali per parlare della condizione delle seconde generazioni, razzismo, stereotipi, discriminazioni. Non di periferie o di generazione Z.
Durante la presentazione della serie, alla conferenza stampa, lāautore del libro a cui ĆØ ispirata la serie, Antonio Dikele Distefano, ha parlato del cambiamento che deve portare alla normalitĆ . E allora spero che la seconda serie dopoĀ ZeroĀ rappresenti davvero lāItalia multiculturale, non solo quella degli afroitaliani. SƬ, perchĆ© le terze generazioni ā quelle per cui la diversitĆ ĆØ un fatto normale, quelle che cominciano a vedersi in alcune cittĆ mescolate e non più divise per comunitĆ di appartenenza ā possano crescere senza più timore di essere gli unici nella stanza. Senza dover fare tuffi tripli e carpiati per raggiungere in tempo i propri sogni. Senza più essere esclusi dalla politica, dalle istituzioni, dalla possibilitĆ di decidere le sorti del loro Paese ed entrare nella stanza dei bottoni, infrangendo il soffitto di cristallo. Senza timore di essere capro espiatorio e bersaglio delle frustrazioni degli italiani da moltissime generazioni, senza più dover attendere anni per diventare cittadini italiani anche sulla carta.
PerchĆ© la normalitĆ dellāItalia multiculturale sarĆ tale quando paradossalmente non ci sarĆ bisogno di un impegno come il nostro, fatigante e al contempo entusiasmante, per formare talenti con background migratorio, ribaltare gli stereotipi e raccontare le viscere dellāItalia che sta cambiando.
Senza diluire lāidentitĆ con molte radici perchĆ© spesso si rivela un motore turbo che porta innovazione, visioni, prospettive più ampie. Insomma, in una parola, futuro. Per questo motivo scriviamo:Ā Noi non ripartiamo da Zero. E vogliamo valorizzare la diversity. Ehi bro, che ne dite?
Ora però vorrei fare un breve omaggio aĀ Francesco MastroĀ che ci ha aiutato a costruire la nostra testata, offrendoci supporto tecnico e creativo, oltre che suggerimenti espressi con una schiettezza disarmante. E con un fattivo entusiasmo per le ragioni che potete leggere in questo articolo:Ā ArteficeGroup e NRW: la brand reputation che sfida gli stereotipi. Cisco, cosƬ lo chiamavamo tutti, era una persona umile, come tutte le persone che hanno ricevuto il dono dellāintuizione e sanno realizzare le proprie visioni. E non voleva mai apparire, mettersi in mostra. Sebbene sia stato un visionario che ha saputo costruire tante, persino troppe cose. Era uno dei fondatori diĀ ArteficeGroup che oggi, giovedƬ 22 aprile, dedicherĆ un giorno di lutto alla sua prematura e improvvisa scomparsa. Aveva un cervello fino e un cuore grande. Sabato scorso se ne ĆØ andato e vogliamo ricordarlo con unāimmagine che rappresentava la sua scanzonata ironia. Senza troppe parole, che non avrebbe gradito perchĆ© era un uomo che preferiva fare più che far parlare di sĆ©.
Rassegna stampa di NRW
Notizie che fanno cautamente sperare in un cambiamento.Ā Tre volte colpevole, cosƬ si sono espressi la giuria popolare e il giudice Peter Cahill. E ora Joe Biden pensa a una legge di riforma della polizia che porti il nome di George Floyd. Il commento diĀ Sindbad il Marinaio:Ā La sentenza storica per lāomicidio di George Floyd condanna Derek Chauvin.Ā Con un voto storico, la maggioranza democratica fa un passo verso il risarcimento degli afroamericani discendenti degli schiavi, spingendosi dove neanche Obama era arrivato. Ne ha scrittoĀ Elisa Mariani: USA: Una commissione per risarcire gli afroamericani figli della schiavitù. Notizie sullāItalia che cambia.Ā La nuova serie che tutti aspettavamo ĆØ in streaming dal 21 aprile. Il primo di una serie di articoli su Zero ĆØ stato scritto daĀ Iara Heidempergher:Ā Si riparte da Zero, la nuova serie italiana targata Netflix.Ā Storie dallāItalia che ĆØ cambiata troppo poco,Ā raccontate daĀ Mariarosa Porcelli:Ā Duo in fuga. Il melting pot dei Technoir non ĆØ un algoritmo di Spotify.Ā Parole che servono a capire.Ā Il concorso letterario, giunto alla sua sedicesima edizione, raccoglie racconti al femminile che guardano lontano e premia questāanno lāargentina Natalia Marraffini:Ā Lingua Madre: storie di donne, di migrazione e di nuove identitĆ .Ā E libri da leggere, come sempre nella rubrica di Fabio Poletti: il long readĀ di questa settimana ĆØ tratto daĀ Semi di tĆØĀ di Lala Hu, un racconto di protagonisti reali su cosa voglia dire essere cinesi in Italia ai tempi del Covid.