Niente più fiato alle trombe populiste. Il numero record degli stranieri che non torneranno più
L'Editoriale di Cristina Giudici
Niente più fiato alle trombe sovraniste. Nel 2020 c’è stata la svolta record: gli stranieri hanno smesso di arrivare in Italia. Niente più fiato alle trombe sovraniste. Neanche per quelle più stonate di Fratelli d’Italia che hanno buttato nel caos la bizzarra ipotesi del blocco navale per evitare che gli sbarchi di poche migliaia di persone possano inficiare la campagna vaccinale. Vi suggerisco di leggere il report dell’Istituto Cattaneo 2020: anno di svolta per l’immigrazione italiana? dove si analizzano le cause della contrazione record delle migrazioni dovuta non solo alla pandemia ma frutto di una tendenza in atto dal 2008, quando è cominciata la crisi economica.
«Tanto l’espansione quanto la contrazione successiva sono largamente da imputare a cambiamenti strutturali avvenuti nella demografia e nel mercato del lavoro», scrivono i ricercatori Asher Daniel Colombo e Gianpiero Dalla Zuanna dell’Istituto Cattaneo. «Il 26 marzo di quest’anno l’Istat ha diffuso i dati relativi al bilancio demografico per l’anno 2020. Tra le molte peculiarità di un anno diverso da tutti quelli che l’hanno preceduto – a causa della pandemia e delle restrizioni che ne sono conseguite, tra le quali quelle riguardanti la mobilità delle persone – una rischia di passare inosservata. Eppure si tratta di un dato davvero sorprendente». Nel 2020 gli ingressi hanno superato le uscite di poco meno di 80mila abitanti. Dalla ricerca emerge che dal 1972, con alcune eccezioni negli anni Ottanta, gli ingressi hanno costantemente superato le uscite. Ma è in particolare dal 2000 che la crescita è stata impetuosa, fino a toccare un picco nel 2007, quando le iscrizioni all’anagrafe dall’estero sono state maggiori rispetto alle cancellazioni di quasi mezzo milione.
Secondo i ricercatori dell’Istituto Cattaneo non si tornerà facilmente indietro: la scarsa domanda di lavoro, le restrizioni, lo smart working e l’apprendimento a distanza degli studenti manterranno bassa la mobilità. Si tratta di una riduzione riconducibile in parte al calo degli studenti stranieri, ma in buona parte anche alla “gelata” della domanda proveniente dal mercato del lavoro
Dalle loro proiezioni anche il futuro sembra riservare livelli di carenza di manodopera non solo superiori a quelli attuali, ma estesi anche a settori in cui l’offerta fino ad oggi è stata eccedente, perfino tra i diplomati e i laureati. Il carattere recessivo della dinamica migratoria si somma al declino demografico in atto da tempo, aggravando potenzialmente difficoltà già molto diffuse nei processi di ricambio della forza lavoro. Se l’economia ripartirà è probabile che le migrazioni tornino a crescere e l’inversione di tendenza dal 2008 ad oggi sarà stata di natura congiunturale, piuttosto che strutturale. Gli ingressi dall’estero, concludono i ricercatori, resteranno essenziali almeno nei prossimi vent’anni per il rinnovo della forza di lavoro e della popolazione italiana.
Nel frattempo gli stranieri hanno smesso di arrivare in Italia. Perciò niente più fiato alle trombe sovraniste. Rimettetele in soffitta. Almeno per ora nessuno vi ascolterà.
Breve rassegna di NR. Temi controversi. Il libro della poetessa Amanda Gorman è uscito anche in Italia. Michela Fantozzi ha indagato sulle ragioni delle controversia con tre esperte dell’editoria, anche con background migratorio. Risultato? Inaspettato: The hill we climb: cosa dovreste sapere prima di leggere la poetessa Amanda Gorman. Temi complessi. Sull’immigrazione, alla prima vicepresidente Usa spetta un compito quasi impossibile. Il commento del nostro polemista, Sindbad il Marinaio: Kamala Harris: tra il dire e il fare c’è di mezzo un muro. VideoRubriche pop: Sara Lemlem ha intervistato un gruppo multietnico e poliedrico di artisti milanesi: New Roots: Kirykou, il vortice artistico che esalta la diversità. Storie glocal. La dicotomia della migrazione, attraverso le voci dei giovani di origine straniera che abitano la periferia milanese. Margherita De Gasperis ha raccontato il progetto narrativo dell’associazione Dare: L’importanza di “Dare voce” alla diversity, nel quartiere milanese di Corvetto. Film attesi. Mariarosa Porcelli ha scritto di Sweet Country, diretto da Warwich Thorntorn, premiato a Venezia nel 2017: Arriva il western dedicato al sogno degli aborigeni in Australia.
Ps. Se non siete ancora entrati nella nostra vivace comunità, siete in ritardo sui tempi. Meglio esserci, buona Pasqua a tutti.