L'Italia che cambia al voto si è scontrata con chi non cambia mai
La newsletter di Cristina Giudici
L’Italia che cambia al voto si è scontrata con chi non cambia mai. O meglio con la roccaforte della politica tradizionale. E infatti, pochi degli oltre cento candidati di origini diverse sono riusciti a farsi eleggere alle elezioni amministrative che ricorderemo per un aumento allarmante dell’astensionismo e per una campagna elettorale in cui non si è parlato di tanti temi cruciali, fra cui l’inclusione e le migrazioni. Già, perché un conto è candidare giovani con origini straniere per sottolineare la necessità di apertura mentale verso il multiculturalismo e un altro poi è sostenerli concretamente. In ogni caso lo avevo già detto e lo ribadisco: è solo questione di tempo. Per questa ragione vi segnalo alcuni dei nomi di quelli che ce l’hanno fatta alla grande. Rappresentano un’avanguardia da non guardare solo come figli di immigrati che rappresenteranno immigrati ma come consiglieri comunali o municipali eletti per occuparsi del loro Paese. A Milano Mattia Abdu, di cui vi avevo parlato all’inizio della campagna elettorale, è diventato presidente del Municipio 1, centro storico della città, dove c’è stata la carica dei giovanissimi alle prime armi.
A Bologna ce l’ha fatta Siid Negash, origini eritree, 41 anni, operatore di strada e presidente di Next Generation Italy, un’associazione che si occupa di interculturalità e integrazione a Bologna dal 2008. Dopo la vittoria ha detto, con ironia: «Uno strano come me in Consiglio comunale non c’è mai stato». Siid Negash è stato il più votato della lista civica del neosindaco Matteo Lepore, con 327 voti e fa parte anche della rete IDEM network. Lui è il primo consigliere comunale di origine africana eletto a Bologna. Sposato con una cittadina bolognese, ha sottolineato l’importanza della mixité: «Abbiamo due figli e a questo elemento meticcio ho sempre dato una grande importanza nella mia storia».
E ce l’ha fatta anche il neoavvocato Othmane Yassine, ideatore e promotore della carta dei sindaci sull’inclusione sociale, firmata da decine di sindaci, ricandidatosi nella lista Fermignano Futura. Ouiddad Bakkali invece è l’unica donna eletta fra le candidate di cui vi abbiamo raccontato storie e aspirazioni. Ouiddad Bakkali è stata soprannominata recordwoman perché ha preso più preferenze di tutti a Ravenna, dove tra i neoconsiglieri comunali eletti ce ne sono diversi con background migratorio come Renald Haxhibeku. Potrebbe farcela anche Abdullahi Ahmed, fondatore dell’associazione Generazione Ponte, che ha preso oltre mille preferenze ma deve aspettare l’esito del ballottaggio a Torino. La mia sensazione è la seguente: non hanno ottenuto l’agognata opportunità di partecipare alla vita politica tutti quelli che erano alla prima esperienza, tranne Siid Nagashi, molto presente sul territorio e impegnato nel sociale, mentre ci sono riusciti invece quelli che avevano alle spalle una macchina organizzativa forte ed erano già conosciuti. I candidati e le candidate nuove hanno dovuto battersi come leoni e leonesse, spesso in solitaria. E sicuramente non ha aiutato la scelta del centrosinistra di presentare volti nuovi dell’Italia che cambia, lasciando sullo sfondo o meglio nel backstage il tema delle politiche migratorie. Insomma evviva la piccola avanguardia che porterà avanti anche i temi dell’inclusione e farà da apripista in futuro per altri coetanei di origini diverse, ma in generale tanti si sono sentiti ancora una volta solo una nota di colore perché l‘Italia che cambia al voto si è scontrata con chi non cambia mai. Noi che ne scriviamo tutti i giorni non ci scoraggiamo perché sappiamo che solo questione di tempo.
Breve rassegna stampa NRW
La cultura in fiamme. L’artista russa Marina Kaminsky, in Italia dagli anni ’90, non ha paura di provocare. Arrivando al punto di dare alle fiamme la sua opera esposta alla Triennale di Milano del 2016. Il ritratto di Elisa Mariani: Marina Kaminsky e le sue performance: l’arte tra inferno e paradiso (danteschi). Temi problematici. L’8 ottobre il Tribunale di Tel Aviv deciderà le sorti del piccolo Eitan conteso tra due famiglie, ma ci sono tantissimi minori sottratti e portati nei Paesi di origine dei genitori di cui nessuno si occupa. La polemica di Sindbad il Marinaio: Eitan rapito e portato in Israele. E se fosse stato musulmano? Le sfide alla politica. Fra i candidati di origine diversa c’era anche un imprenditore che aiuta gli italiani. L’intervista di Michela Fantozzi: L’Italia che cambia al voto: Indra Perera, candidato a Roma con Demos. La nuova moda che avanza. La sesta edizione dell’Afro Fashion Week punta sulla eticità della scelta dei materiali con cui produrre moda e convince (anche Naomi Campbell). Il reportage di Iara Heidempergher: Il glamour dell’Afro Fashion Week 2021. Suggerimenti di letture. Il long read scelto questa settimana da Fabio Poletti è tratto da Il re ombra di Maaza Mengiste, una lente sulle atrocità compiute dagli italiani in Etiopia.