L'editoriale ospite. La mano aperta di Besmir Rrjolly raccontata da Pier Vito Antoniazzi
La newsletter di Cristina Giudici
Nuove Radici è un collettivo formato da diverse persone che portano avanti un progetto mirato alla valorizzazione sociale e culturale dei nuovi cittadini. Perciò questa settimana cedo la parola e la penna al presidente della nostra associazione Pier Vito Antoniazzi che, in mezzo a tanti drammi, tensioni e storture, è riuscito con il suo sguardo a trovare una bella storia di creatività, inclusione e riconciliazione nel quartiere Isola di Milano.
Iscriviti alla newsletter che è gratuita 👇🏽
Besmir Rrjolly ti accoglie sorridendo e ti offre un caffè. Forse è per questo suo spirito aperto, che mette davanti ciò che unisce rispetto a ciò che divide, che il suo spazio è quello preferito dai comedian di tutto il mondo e portano qui le loro stand up comedy.
Besmir Rrjolly, classe 1986, è nato a Scutari, in Albania e nel 2004 è venuto a studiare a Milano dove all’università Cattolica si è laureato in Linguaggi dei media e ha frequentato un master in Teatro Sociale.
Il 24 novembre SlowMill, lo spazio da lui creato al quartiere Isola in via Volturno, proprio davanti al civico 33 dove per cinquant’anni c’è stata la sede del Pci e di fianco alla casa dove è cresciuto Silvio Berlusconi, ha compiuto un anno.
Il giorno prima il governo albanese gli ha fatto un regalo: lo ha nominato (unico rappresentante italiano) nel Consiglio della diaspora albanese, composto da 15 membri, di cui nove europei, quattro delle americhe, uno australiano e uno della Gran Bretagna: un riconoscimento di un lungo lavoro di relazioni, di rete, di costruzione di sinergie.
La sua associazione si chiama Dora e Pajtimit e significa “la mano della riconciliazione”. «È il titolo di uno spettacolo che a 18 anni, prima di venire in Italia, ho rappresentato in Albania per promuovere pace e dialogo. Dopo la caduta di Enver Hoxha c’era un clima di odio in Albania ed era riemersa l’antica tradizione culturale della vendetta. Perciò “La mano della riconciliazione” è un invito alla pace e alla convivenza».
Sono circa 500mila gli albanesi in Italia e 3 milioni nel mondo (forse più degli abitanti in patria). Il lavoro di raccordo della diaspora albanese, anche attraverso ruoli nella OIM (l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni - organismo ONU per il coordinamento delle politiche sui migranti) ha fatto un salto di qualità con la nascita del progetto di SlowMill. Grazie a un bando comunale, uno spazio in un cortile di una casa popolare è stato trasformato in un centro culturale aperto.
A SlowMill si fanno corsi di albanese per i bambini con background migratorio perché non dimentichino la loro lingua, si trova un centro di ascolto, soprattutto rivolto a donne in difficoltà, si impara a suonare le percussioni e si fanno concerti tenuti dal musicista brasiliano Kal Dos Santos. Inoltre a SlowMill si può frequentare un corso di teatro sociale e viene ospitata una rassegna letteraria di autori con origini albanesi. E ancora: spettacoli teatrali, festival e stand up comedy, eventi.
SlowMill è un luogo di intrattenimento, cultura, scoperta. È risata, riflessione e incontro. È trasformazione, conoscenza e internazionalità. È un palcoscenico attraverso il quale si entra in un’altra dimensione. Un rifugio dalla frenetica vita di città, dove è possibile connettersi con gli altri
Insomma, nel quartiere più trendy di Milano, a pochi metri dal Bosco Verticale, in una casa popolare (pochi ricordano che all’Isola ci sono case di proprietà pubblica e cooperativa che favoriscono la mixité sociale) è sorto un centro culturale polivalente, dove persone e culture si incontrano, creando una contaminazione spontanea e reale, più praticata che proclamata.
Nuove Radici da cinque anni racconta migliaia di storie dei “nuovi” italiani che sono protagonisti talentuosi della società. Lo abbiamo fatto per dire che non ci sono solo “i barconi” e che dai barconi arrivano persone che portano risorse e possono fare percorsi virtuosi che aiutano ad arricchirci, a costruire una società multiculturale e dinamica.
Incontrare persone come Besmir ci aiuta a rafforzare la nostra convinzione a continuare il racconto sulle nuove generazioni con molteplici talenti.
Pier Vito Antoniazzi, presidente dell’associazione Nuove Radici APS.
Leggiamo, facciamo cose e vediamo gente
📚 I libri di NRW: Identità sospese
Gulala Salih, irachena, italiana, orgogliosamente curda come ci tiene a sottolineare, in questo Identità sospese pubblicato dalle Edizioni Euroofset, ha raccolto le voci di donne migranti e richiedenti asilo. Attivista per i diritti dei bambini e delle donne, Gulala Salih è presidente e socia fondatrice dell’associazione Udik Unione Donne Italo Kurde. Nata a Kirkuk, fin dall’arrivo in Italia oltre venticinque anni fa, si è impegnata nel campo sociale e del volontariato. Nel libro sono raccontate ventinove storie di donne immigrate in Italia da ventitré Paesi diversi, da Africa, America, Asia ed Europa. I racconti sono divisi in quattro capitoli a seconda del motivo dell’immigrazione in Italia: per asilo, per ricongiungimento familiare, per raggiungere la persona amata, per lavoro. Molte di queste donne hanno incontrato innumerevoli difficoltà, hanno affrontato ostacoli e convissuto con la paura pur di arrivare qui in Italia. Una paura che spesso si presenta prima ancora di partire, quando ognuna di queste donne, ogni migrante o richiedente asilo, si domanda cosa ci sia di là dal mare o cosa aspetti le loro vite e quelle dei loro cari. Ogni fuga è una storia, ogni incontro, prima e dopo la partenza, rappresenta un pericolo, doppio per chi è donna, triplo per chi è donna e minorenne, come sanno bene le migranti nigeriane che finiscono vittima della tratta per farle prostituire, troppo simile alla tratta degli schiavi di qualche secolo fa. Nella seconda parte del libro, sono raccolte le testimonianze di nove donne italiane coinvolte a vario titolo – come animatrici o in ruoli istituzionali – nell’accoglienza e nell’integrazione delle donne immigrate. Un importante supporto per tutte quelle donne migranti che, in quanto donne, non possono smettere di lottare anche quando sono arrivate in Occidente, come ricorda Gulala Salih: «Sono obbligate a continuare la loro battaglia contro la discriminazione, i pregiudizi e l’esclusione sociale. La maggior parte di questi racconti sono l’inizio della liberazione». La recensione e l’estratto del libro scelto da Fabio Poletti per NRW.
😳 Report di Openpolis sulla cittadinanza negata alle nuove generazioni
Solo in 4 Paesi europei il tasso di naturalizzazione delle generazioni con background migratorio supera il 5%. In Italia è inferiore al 3%. Il report di Openpolis su un tema cruciale purtroppo ancora ignorato.
💪🏽 La mostra di Boris Veliz su pluralismo, arte e colore
Domani si inaugura la mostra dello street artist Boris Veliz di cui vi abbiamo raccontato la storia (ha anche partecipato ai nostri workshop). Della sua città e della patria adottiva ha detto: «Milano è la mia Itaca, ma la burocrazia italiana è un’Odissea». Non perdetela!
🙌🏽 Nuove generazioni che crescono
A Roma nasce il coordinamento italiano delle diaspore. Save the date.
🎧 Podcast Stories di Cecilia Sala: Una lettera da Gaza
Il nuovo episodio di Cecilia Sala del suo podcast Stories di Chora Media sulla tragedia a Gaza e la guerra fra Israele e Hamas.
Sono tempi difficili, non perdiamoci di vista 🕊️
La newsletter torna dopo il ponte dell’Immacolata, giovedì 14 dicembre
Iscriviti alla newsletter che è gratuita 👇🏽