Solo nei resoconti di Marco Polo, Kublai Kan riusciva a discernere, attraverso le muraglie e le torri destinate a crollare, la filigrana d’un disegno così sottile da sfuggire al morso delle termiti (Le città invisibili di Italo Calvino)
Tesi suggestiva, quella dell’urbanista Nausicaa Pezzoni, che nel suo libro La città sradicata racconta una metropoli diversa, vista dagli occhi di cittadini con origini straniere che la rendono più contemporanea. Partendo da L’immagine della città di Kevin Lynch, cioè indagare l’esperienza dell’ambiente urbano da parte degli abitanti, la docente del Politecnico ha rotto gli schemi accademici, dando la matita a migranti per disegnare i loro spazi e cambiare lo sguardo attraverso cento mappe di Milano che si allargano verso il Mediterraneo e viceversa per descrivere una geografia differente, fuori dal perimetro e dalla comfort zone degli esperti.
Scrivere la città attraverso il segno dell’altro significa pensare allo spazio abitato tramite il gesto di chi per la prima volta lo attraversa e lo conosce. Significa dare in mano ai migranti una matita per capire qual è oggi la città che abitiamo
Cosa è emerso dalle mappe pubblicate nell’indagine empirica La città sradicata? Sguardi spaesati dei new comers, appena arrivati, e condizionati dalla necessità di sopravvivenza. Oppure critici di chi vive la perenne condizione di transitorietà. O ancora tecnicamente esperti degli studenti stranieri. Fra i criteri scelti per le mappe, ci sono i confini che sono spesso luoghi da evitare - abitati da chi vive ai margini - e percepiti come pericolosi. E c’è anche chi, come l’angolano Mambo, 28 anni, disegna Milano come un mappamondo. O un enorme cerchio, per Tìen, 22 anni, arrivato dal Vietnam. Tutti pazzi per il Duomo, tutti focalizzati sul proprio quartiere universitario, se studenti. O con mappe capovolte perché la Lombardia è grande come il Cairo e l’Italia come una regione dell’Egitto. O un ovale, attraversato dalle linee metropolitane. Mappe sottili o dettagliate, mappe immaginarie di città per noi invisibili. Mappe su quattro fogli, in giallo i luoghi per gli incontri, in verde i parchi per giocare a calcio, leggere, pensare. In blu, i luoghi ostici ma utili, in viola il passato, in rosso i percorsi più frequenti. Mappe mentali che servono a comprendere come creare spazi urbani inclusivi ma anche a capire diversi modi di concepirli.
La città sradicata è stato un primo passo per ribaltare gli schemi urbani (lo stesso esperimento è poi proseguito con i rider e alcuni che mai avevano avuto una matita in mano ). Sarebbe interessante far disegnare le mappe anche a chi è nato o cresciuto qui per capire altri nuovi sguardi urbani, prima di parlare (spesso a vanvera) di riqualificazione urbana
L’urbanista Nausicaa Pezzoni è anche candidata indipendente nella lista Alleanza Verdi e Sinistra al consiglio regionale della Lombardia, ma ho deciso di parlarvene per un’altra ragione. In queste settimane convulse - dove a Milano da mesi è in corso una battaglia estenuante anche solo per rinnovare un permesso di soggiorno o chiedere il rispetto delle leggi sulla sanatoria - le mappe mentali di chi, sradicato, ha creato spazi diversi, segnano un punto di partenza per coinvolgere i nuovi abitanti in progetti di riqualificazione. Come è stato fatto con il progetto Oltre la soglia, che ha trasformato alloggi di edilizia popolare sotto soglia (non assegnabili) del quartiere Calvairate di Milano in spazi abitativi per minori stranieri non accompagnati, guidati in un percorso di recupero dell'appartamento che avrebbero abitato fino al compimento dei diciotto anni. Mi auguro che le elezioni regionali siano una chance per conoscere meglio le città sradicate, immaginare come ideare città invisibili e più contemporanee.
La mia reading list
⭐️ I libri di NRW: Oslo blocco boyz
Quando si parla di migranti e profughi si ha un’immagine quasi paradisiaca dei Paesi Scandinavi. Accoglienti, con una legislazione assai aperta, integrazione è parola del lessico di uso comune. Ma negli anni, con la crisi economica, gli afflussi sempre più numerosi, il clima estraniante con i suoi lunghi inverni, per non parlare delle difficoltà del loro modello di welfare ad essere attuato, la realtà soprattutto per i norvegesi di seconda generazione è tutt’altro che rosea. Questo Oslo blocco boyz, scritto da Zeshan Shakar, nato in Norvegia da uno dei primi immigrati pakistani nel Paese, pubblicato da Stilo Editrice, è una sorta di romanzo fotografia scritto dall’interno di Stovner, il quartiere dormitorio per i migranti a Nord Est della capitale norvegese. Anche se si tratta di un romanzo è quasi un’analisi sociologica. L’autore, che a Stovner ci è nato e ancora vive, racconta quello che nella sua vita ha visto in prima persona. Laureato in Scienze politiche all’Università di Oslo e in Economia alla Norwegian Business School (BI), Zeshan Shakar ha lavorato per diversi ministeri e uffici pubblici, attualmente è impiegato presso il Comune di Oslo. Questo è il suo romanzo d’esordio, ha vinto numerosi premi ed è oggetto di studio e dibattiti. Dopo aver venduto oltre 150.000 copie, ne è stato tratto anche un’opera teatrale. Protagonisti del romanzo sono Mo e Jamal, due tra i tanti ragazzi di origine straniera che abitano a Stovner. I due accettano di partecipare a un progetto di ricerca che ha lo scopo di indagare sulle condizioni di vita dei giovani che risiedono nella periferia Nord Orientale di Oslo. Partendo da personalità e situazioni familiari molto diverse, i ragazzi si raccontano descrivendo le loro giornate, scandite da lunghe ore di studio o lavori saltuari, feste con altri studenti o spinelli con gli amici, genitori esigenti o assenti. Entrambi si troveranno ad affrontare eventi storici di carattere nazionale e internazionale che influenzeranno pesantemente le loro aspirazioni, costringendoli al confronto tra desiderio di integrazione, senso di emarginazione e fedeltà alle proprie radici. Un romanzo-manifesto dei conflitti sociali, culturali e generazionali che attraversano le banlieue della capitale norvegese e di tutta Europa. Il long read di questa settimana scelto e recensito da Fabio Poletti, è tratto da Oslo blocco boyz di Zeshan Shakar. Romanzo-manifesto dei conflitti che attraversano le banlieue della capitale norvegese e d'Europa.
⭐️ La quiete dopo la tempesta. Really?
Dopo due anni di pandemia, il 2022 doveva essere un anno liberatorio. E invece è arrivata, imprevedibile, la tempesta. L’analisi di Paolo Magri sugli scenari del 2023.
⭐️ Podcast: Storie di Giusti per commemorare il Giorno della Memoria
Torna Storie di Giusti, il podcast della Fondazione Gariwo che racconta le storie dei Giusti. Dal 27 gennaio, Giorno della memoria, al 6 marzo, Giornata dei Giusti, la seconda stagione sarà un cammino in sei tappe tra le storie di chi ha salvato vite umane o si è opposto a genocidi e crimini contro l’umanità.
⭐️ Fed Cast (fuori e dentro)
Il workshop teorico pratico organizzato da Vitality Social all’interno del progetto FED – Fuori e Dentro – è tenuto dal podcaster, formatore e divulgatore scientifico Andrea Bellati. È rivolto a chiunque voglia acquisire competenze professionali in podcasting, è gratuito ed è aperto ad un massimo di 14 partecipanti senza competenze pregresse.
⭐️ Teatro della Memoria: Awazên Kurdî,
Sabato 4 febbraio, al Teatro della Memoria Aleardo Caliari, si terrà Awazên Kurdî, concerto di musiche curde tradizionali e contemporanee con Ashti Abdo, musicista, cantante e compositore curdo, nato ad Aleppo e residente in Italia da molti anni. Le sue melodie saranno accompagnate da un giovane violoncellista italiano, Gabriele Montanari.
Al prossimo giovedì!