La rivoluzione gentile per la cittadinanza. Firmate, firmate firmate
La newsletter di Cristina Giudici
Riuscite a sentire le vibrazioni della rivoluzione gentile? Per la prima volta, dopo vent’anni di giravolte, ce la potremmo fare a ottenere una legge equa che conceda agli italiani senza cittadinanza il diritto a far parte a tutti gli effetti del Paese in cui sono nati e cresciuti. La macchina che si è messa in moto il 6 settembre ha messo il turbo. Servono ancora 50mila firme da raccogliere entro il 30 settembre. Per la prima volta possiamo e potete fare la differenza. Non lasciate andare questa incredibile opportunità. Firmate, firmate, firmate.
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Solo ieri mattina, altre 50mila persone hanno firmato. Sembra incredibile, ma sta accadendo. Una rivoluzione gentile. La rete per la riforma della cittadinanza ha avviato una campagna di mobilitazione che sta avendo un successo inaspettato. Stanno firmando tutti: sindaci, politici, gente comune, volti noti, italiani senza cittadinanza e con. Tantissimi ci stanno mettendo la firma e la faccia. Un segnale chiaro e forte del cambiamento radicale avvenuto nel Paese. Per questo vi chiedo di fare la vostra parte. In un momento apparentemente sfavorevole, gli attivisti e le attiviste della rete per la riforma della cittadinanza hanno creato un movimento di opinione nelle strade e sui socia media che sta creando un contagio emotivo e non può più essere ignorato.
La normativa in vigore stabilisce che la cittadinanza italiana possa essere concessa al cittadino straniero legalmente residente nel territorio della Repubblica da almeno 10 anni. Il quesito referendario propone di dimezzare tale termine, riportandolo a 5 anni, com’era previsto dalla legislazione prima del 1992 e com’è stabilito in diversi altri Stati europei.
Oltre alla residenza ininterrotta in Italia (che questo referendum propone di ridurre a 5 anni) resterebbero invariati gli altri requisiti già stabiliti dalla normativa vigente e dalla giurisprudenza: la conoscenza della lingua italiana, il possesso di adeguate fonti economiche, l’idoneità professionale, l’ottemperanza agli obblighi tributari, l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica. In Italia le persone che potrebbero beneficiare direttamente o indirettamente (figli, minori, conviventi) sono circa 2,5 milioni.
Il referendum sulla cittadinanza allineerebbe l’Italia alla maggioranza delle normative europee. Il termine di legale soggiorno di 10 anni attualmente previsto dalla normativa italiana è tra i più restrittivi tra i Paesi dell’UE. La Germania all’inizio del 2024 ha approvato una legge che coincide con le richieste di questo referendum e che ha stabilito il termine di 5 anni di residenza per l’ottenimento della cittadinanza. Lo hanno fatto semplicemente per riconoscere il contributo che molti cittadini stranieri danno alla crescita del Paese, scrivono i promotori del referendum
Per firmare, dovete avere lo spid e due minuti (due) di tempo. E cliccare qui, dove potete trovare tutte le risposte ai vostri dubbi, se ne avete, tutte le informazioni e firmare sulla piattaforma del Viminale. Perché con la legge attuale, basata sullo ius sanguinis, lo scriviamo da anni, ci sono troppi paletti e troppi giovani donne e uomini crescono senza poter votare, accedere alle stesse opportunità dei propri coetanei, sentendosi cittadini discriminati.
Ha firmato anche il ct della pallavolo femminile, Julio Velasco, che con l’oro ai Giochi Olimpici di Parigi ha mostrato fino a che punto il nostro Paese è cambiato. E lo sport, si sa, ha una potenza immensa. Ha rilanciato la campagna anche il rapper Ghali che ha chiesto ai suoi follower di firmare. Cosa è successo? Forse quello che mi aveva annunciato il consigliere comunale bolognese Siid Negash. La rete ha fatto rete. E quei volti solari di ragazzi e ragazze che hanno coinvolto 450mila persone a firmare rappresentano una speranza per tutti. Si può ancora cambiare, voltare pagina. Sono tantissime le associazioni e diversi i partiti che si sono uniti in questa straordinaria mobilitazione (abbiamo aderito anche noi).
Qui potete trovare anche il kit social e inserire la vostra immagine dopo aver firmato per moltiplicare la visibilità sui social media di una campagna iniziata solo il 6 settembre.
Io non posso firmare per me stessa, ma voi potete farlo per me e per tutti quelli che vivono questa ingiustizia. Vi chiedo di farlo per tutti noi, per tutti quei giovani che amano questo Paese e vogliono finalmente sentirsi riconosciuti, ha scritto Alba Lala, segretaria generale del CoNNGI, Coordinamento Nazionale delle Nuove Generazioni Italiane, che ha lanciato l’appello per il referendum
“Le associazioni di nuove italiane e italiani ci chiedono supporto per questo referendum che vuole riportare da 10 a 5 anni di soggiorno legale in Italia il requisito per ottenere la cittadinanza. In linea con tanti paesi europei”, ha scritto su Instagram Elly Schlein, segretaria del Pd. “Per il Partito Democratico chi nasce o cresce in Italia, ha diritto alla cittadinanza. Ci batteremo per questo con la nostra proposta in Parlamento che riconosce la cittadinanza a chi nasce da un genitore che risiede in Italia da almeno un anno e a chi completa un ciclo di studi in Italia. Intanto firmiamo anche il referendum delle associazioni che aspettano una riforma da troppo tempo”.
Questa straordinaria mobilitazione rappresenta un’occasione per tutti di tornare a sperare nel cambiamento, nonostante la stagnazione della politica istituzionale. Perciò firmate anche voi anche se non siete discriminati sulla base della provenienza geografica. Fatelo per poter tornare a credere nella parola “futuro” . Mancano 100mila firme. Firmate, firmate, firmate.
Leggiamo, facciamo cose e vediamo gente
📚 I libri di NRW: Puri uomini
In Senegal gli omosessuali sono góor-jigéen, uomini donna. Solo per il fatto di esistere sono puniti per “atti contro natura”, con una pena fino a cinque anni di carcere. Essere omosessuali senegalesi in Europa, consente di ottenere lo status di rifugiato. Ma è in Senegal che la loro vita è particolarmente dura, vittime di preconcetti e ingiurie. Se non di peggio, come nel video dove si vede una folla inferocita disseppellire il cadavere di un omosessuale, perché non merita di essere sepolto in terra consacrata. Quel video è il plot narrativo all’origine di Puri Uomini, il libro dello scrittore pluripremiato Mohamed Mbougar Sarr, ora pubblicato dalle Edizioni e/o. Mohamed Mbougar Sarr è nato in Senegal nel 1990. Il suo primo romanzo Terra violata, pubblicato dalle Edizioni e/o nel 2019, nel 2015 ha vinto il Prix Ahmadou Kourouma, il Grand Prix du Roman Métis e il Prix du Roman Métis des Lycéens. Il silenzio del coro, suo secondo romanzo, ha vinto il Prix littéraire de la Porte Dorée nel 2018. La più recondita memoria degli uomini, pubblicato in Italia dalle Edizioni e/o nel 2022, ha vinto il premio Goncourt 2021. Leggete la recensione e l’estratto di Puri Uomini nella rubrica di NRW curata di Fabio Poletti
✌🏿 Donna vita e libertà, non molliamo
Sabato prossimo, 28 settembre, modererò il dibattito organizzato dalla sezione piacentina di Amnesty International per continuare a parlare di Iran e delle sue donne ribelli. Se siete da quelle parti vi aspetto.
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