Jasmine Paolini, la Spagna poderosa di Nico Williams e Yamine Lamal. Que viva l'Europa che non ha paura
La newsletter di Cristina Giudici
Chi l’ha intervistata, ha ascoltato il suo grido di trionfo, ha visto le lacrime e poi il sorriso non ha sottolineato molto le sue doppie e triple radici, ma non si può evitare di notare come lo sport in questa stagione estiva ci stia restituendo l’immagine del nostro Paese reale. Jasmine Paolini arrivata nella top ten dei tennisti è un volto delle nuove generazioni che hanno un rovescio multiculturale. Infatti lei è cresciuta tra Bagni di Lucca, in Toscana, e Łódź (città d'origine di sua madre Jacqueline, metà polacca e metà ghanese) e ora l’aspettiamo ai Giochi Olimpionici di Parigi per rivedere la sua potenza. “La mia generazione è quella cresciuta guardando la rivalità tra Roger Federer e Rafa Nadal. Semplicemente leggendari”, ha detto in un’intervista rilasciata a Vogue Italia prima di andare a Wimbledon e ha aggiunto che non bisogna mai smettere di sognare. Diventerà un’icona del tennis azzurro? Ancora non lo sappiamo, ma il talento e la forza mentale per reggere la pressione sono notevoli, nonostante “i suoi tratti somatici non rappresentino italianità”, come dicono quelli che ancora dividono il mondo in stereotipi razzisti, anche se non ho mai capito cosa voglia dire questa “vannaciata”, considerato il nostro variegato bagaglio genetico frutto dello storico crocevia di tante etnie.
Vi trovate sulla newsletter di NRW dedicata a tutte le diversità del mondo e potete iscrivervi qui senza pagare il biglietto👇🏽
Se invece ci fermiamo a riflettere su cosa accade nel calcio, dove gli Azzurri sono usciti malconci dagli Europei, non possiamo evitare di pensare che oltre al talento, la tecnica e la tattica di squadre forti, ci sono storie bellissime che ci fanno riflettere. La Spagna che ha vinto gli Europei deve la sua vittoria a due fenomeni: Nico Williams, figlio di due profughi ghanesi che gioca nel club ultraidentitario dell'Athletic Bilbao e Lamine Yamal, che arriva da un quartiere periferico di Barcellona. I genitori di Nico Williams hanno attraversato il deserto del Sahara e 30 anni dopo hanno assaporato una riscossa straordinaria. Nico è stato il protagonista assoluto con la sua Spagna agli Europei: velocità, assist, dribbling e un gol che non verrà dimenticato.
Mio padre ha problemi ai piedi per aver camminato sulla sabbia a 40-50 gradi. Le persone morivano e dovevano seppellirle e continuare a camminare, ha ricordato l’attaccante spagnolo dopo la vittoria
Maria e Felix, arrivati in Marocco, furono arrestati e si spacciarono per rifugiati fuggiti dalla guerra in Liberia per ottenere asilo politico. Ed è stato lo sguardo di un prete cattolico di Bilbao a incrociare la vita della coppia: Iñaki Mardones (che ha battezzato Iñaki Williams, il fratello maggiore di Nico anche lui calciatore, ed è stato suo padrino). Li ha aiutati a trovare un rifugio in Spagna e assistenza per il parto
Dalle case popolari di Pamplona ricomincia la vita della famiglia Williams. Una storia straordinaria di riscatto e inclusione che solo lo sport poteva permetterci di sognare perché Nico Williams segna e vince per il Paese che ha cambiato le sorti della sua famiglia.
Altro volto della Spagna che ha vinto gli Europei è quello di Lamine Yamal. Ci ha messo sedici anni e 362 giorni per segnare il suo primo gol a Euro 2024. Yamal ha una madre originaria della Guinea Equatoriale e un padre arrivato dal Marocco ed è cresciuto a Rocafonda, 30 chilometri a est di Barcellona. Un quartiere povero, difficile, periferico, che il partito di estrema destra Vox ha definito “un letamaio multiculturale”. E lui, quando segna, indica il numero 304 del codice postale del suo “barrio” con le mani sul cuore, ebbro di gioia.
In Italia lo fanno i rapper che però inneggiano alla cultura violenta gangsta perché il sogno multiculturale sportivo nel nostro Paese si vede, per ora, solo nell’atletica leggera. I club del calcio non investono sulle nuove generazioni e hanno un problema con la cittadinanza degli atleti con origini straniere che devono aspettare fino a 18 anni e anche oltre. Troppo tempo per entrare nella Nazionale.
Si tratta di una questione culturale e un paradosso italiano che ha campioni con background migratorio nelle squadre giovanili ma non arrivano alla Nazionale perché non hanno la cittadinanza o la ottengono tardi, ha osservato Mauro Berruto, l’ex commissario tecnico della nazionale di pallavolo maschile, scrittore, giornalista, deputato del Pd e membro dell’intergruppo parlamentare che promuove la riforma della cittadinanza
Il sistema del calcio italiano non mostra la stessa apertura all’inclusione dei talenti giovanili in genere, incluso quel ‘decreto crescita’ che per anni ha generato vantaggi fiscali se si acquistavano giovani stranieri, a scapito degli italiani, di prima e seconda generazione.
Gli esperti di calcio hanno fatto la seguente considerazione su questa coppia formidabile del calcio spagnolo di Nico Williams e Lamine Yamal. Hanno detto che loro non sentivano la pressione della finale con l’Inghilterra e perciò hanno sbaragliato. E soprattutto ci hanno ricordato che per crescere abbiamo bisogno tutti, nell’Italia che resta indietro persino sul tappeto verde, di campioni che inverino lo spirito dei tempi. Que viva la Spagna e l’Europa che non ha paura.
Leggiamo, facciamo cose e vediamo gente
📚I libri di NRW: L’ultimo treno da Kiev
C’è l’Ucraina oggi piegata dalla guerra. E ci sono gli ucraini di quasi quarant’anni fa, smarriti e impoveriti dopo il crollo del Muro e il dissolvimento dell’impero. Per molti di loro non c’era che un’alternativa, scappare ad Occidente, il diavolo secondo la propaganda comunista, soprattutto per scappare dalla fame. Quegli anni, sono ricostruiti da Stefania Nardini in questo L’ultimo treno da Kiev, pubblicato da Les Flâneurs edizioni. Al centro della storia c’è Irina, una badante ucraina ex professoressa di Lettere. Siamo negli anni di Leonid Kučma, il primo presidente dell’Ucraina indipendente, un Paese allo sbando dove i salari sono un miraggio e la corruzione dilaga a tutti i livelli. Madre di una figlia a cui vorrebbe donare un futuro diverso, per procurarsi un passaporto e un viaggio in Italia Irina dovrà passare attraverso un perverso sistema in cui a farla da padrone sono come sempre le mafie. Le hanno promesso un lavoro da domestica. È il prezzo da pagare dopo il crollo del Muro di Berlino. L’Ucraina del post comunismo è terra di nessuno, un Eldorado per il capitalismo selvaggio. Irina arriverà da clandestina, in un’Italia dove quelle come lei sono un supporto indispensabile per molte famiglie. L’incontro con Rosa, giornalista femminista e sua datrice di lavoro, la metterà di fronte a un mondo sconosciuto che la storia le ha omesso. La sua rigidità sovietica sopravviverà a questo impatto? Chi sceglierà di diventare Irina: una madre della patria, come voleva la dittatura, o una figlia della libertà? Un dilemma che negli anni ha accompagnato ogni migrazione di massa, dove alla fine chi lascia il Paese d’origine perde un ruolo sociale, la cultura degli avi e alla fine le proprie radici. La recensione e l’estratto a cura di Fabio Poletti per NRW.
☠️ L’attentato a Trump e la seconda guerra civile americana
Il tentato assassinio del candidato repubblicano è solo l’ultimo episodio, ma non quello finale, di una crisi politica senza precedenti, cominciata il 6 gennaio 2021. Invece di dissertare sull’immagine potente di Donald Trump, ferito, che alza il pugno per inneggiare alla lotta, cerchiamo di capire le lacerazioni degli Stati Uniti. L’editoriale che dovreste leggere di Christian Rocca, direttore de Linkiesta.
✌🏽 Nuove generazioni e musica in Italia. Nell’arte ce la caviamo
Poco più di venti anni fa, Mario Tronco e Agostino Ferrente dettero vita a L’Orchestra di Piazza Vittorio, un ensemble multietnico di musicisti, e non solo, risultato della commistione di provenienze di diverse culture per realizzare progetti creativi. Dopo quella esperienza alcuni dei musicisti, guidati (e prodotti) dal contrabbassista Pino Pecorelli, già componente dell’Orchestra, hanno lavorato a un’altra idea corale: la BabelNova Orchestra.
Grazie di aver letto la newsletter di NRW dedicata a tutte le diversità del mondo, potete iscrivervi qui senza pagare il biglietto 👇🏽
Sono tempi complicati, non perdiamoci di vista 🕊️