Il mal governo delle migrazioni e la voce del sen fuggita (che) poi richiamar non vale
La newsletter di Cristina Giudici
Il mal governo delle migrazioni e la voce del sen fuggita (che) poi richiamar non vale. Il penoso dibattito in Senato sul decreto legge Cutro che si è accartocciato su sé stesso - e sul diktat della Lega che vuole eliminare la ex protezione umanitaria poi diventata protezione speciale contro ogni logica, la Costituzione e i trattati internazionali - vale la citazione di un verso di Pietro Metastasio.
Così come vale per le sparate del ministro per l’Agricoltura, la Sovranità alimentare e le Foreste Francesco Lollobrigida che, sul tema spinoso della detanalità, ha affermato che non possiamo arrenderci all'idea della sostituzione etnica, salvo poi affermare la sua ignoranza riguardo alla teoria complottista del piano Kalergi. Un edificante esempio della voce del sen fuggita (che) poi richiamar non vale
La premier Giorgia Meloni insiste sul fatto che la protezione speciale esiste solo in Italia. E ha ragione perché in almeno 18 Paesi europei ci sono diverse forme di protezione umanitaria, mentre la protezione speciale è stata introdotta dai decreti Sicurezza voluti da Matteo Salvini durante il suo drammatico mandato al Viminale. Come in Germania che nel 2022 ne ha concesse 30mila e dove vige il criterio della Duldung: la tolleranza verso chi ha ricevuto un ordine di espulsione e non ha ottenuto la protezione internazionale. In Italia invece, nel 2022 sono stati 10mila i migranti che hanno beneficiato della protezione speciale. La maggioranza litiga, ma fa tanto rumore per nulla perché, come vi ho raccontato due settimane fa, la maggior parte delle persone che arrivano dal Mediterraneo o dalla rotta balcanica, poi proseguono il loro viaggio verso l’Europa più civile.
Nel frattempo, vi voglio raccontare cosa succede al tribunale di Crotone dove alcuni superstiti del naufragio di Cutro sono stati ascoltati durante gli incidenti probatori per ricostruire le dinamiche del naufragio, nell’indagine in corso sugli scafisti che hanno guidato il barcone dalla Turchia fino alle coste della Calabria.
Motjabu, iraniano, ha raccontato che durante il viaggio uno degli scafisti avrebbe girato un video nel quale veniva chiesto ai migranti di inneggiare a colui che si presume sia stato l’organizzatore della tragica traversata: il trafficante che aveva “l’agenzia viaggi” in Turchia. Il filmato sarebbe stato realizzato anche nella zona sottocoperta dove donne, bambini e uomini urlavano di terrore. «Siamo arrivati in Italia che era ancora notte. Ci facevano stare sottocoperta. A un certo punto Khalid (il presunto scafista) ci ha mostrato su un telefono che eravamo vicini alla spiaggia. Il mare era molto agitato e avevamo paura di morire, di annegare. Abbiamo chiesto agli scafisti di chiamare la polizia. Sono salito per fumare e ho detto ai membri dell’equipaggio che sotto c’erano donne e bambini, ma rispondevano in modo maleducato».
Faccio qui la stessa domanda che ho fatto sulla barca: con una barca del valore di 20mila euro, per guadagnare un milione di euro avete ucciso donne e bambini. A chi risponderete per quello che avete fatto?
Leggete queste parole pronunciate in tribunale dal superstite iraniano sulla strage che ha ucciso 94 persone perché non le troverete da nessuna parte.
«Ero seduto proprio nel punto in cui la barca ha colpito lo scoglio. Nel momento dell’impatto, tutte le donne i bambini piangevano. Avevo perso gli occhiali ma ho visto uno dei contrabbandieri rompere il vetro della cabina per scappare. Le onde erano molto alte, mi sono aggrappato a un pezzo di legno, aspettavo la morte, ho aiutato una madre con un bambino. Dopo qualche minuto ho visto delle luci. Sono stato trasportato dalle onde che mi ricacciavano indietro ogni volta che pensavo di aver raggiunto la spiaggia. Ho visto di nuovo la morte davanti a miei occhi. Poi un’onda molto forte mi ha catapultato sulla spiaggia. Le prime luci che ho visto sono state quelle dei soccorritori. Avevo la mano ferita ed entrambe le gambe e il braccio destro».
La sua domanda urlata agli scafisti su quanto valesse la loro barca rispetto alle vite delle persone morte è anche un interrogativo al Governo, alla maggioranza che litiga e si confonde sugli emendamenti e approva restrizioni che aumenteranno di nuovo gli irregolari. Oggi il Senato ha approvato il decreto Cutro con 92 voti favorevoli e 64 contrari. Il provvedimento del governo passa ora alla Camera, che lo deve convertire entro il 10 maggio, confermando la stretta sul rilascio della protezione speciale a chi non ha ottenuto la protezione internazionale ma non può essere espulso o respinto perché a rischio di persecuzione, della vita e di violazioni sistematiche di diritti umani, trattamenti inumani o tortura. Verrà ridotta drasticamente la possibilità per chi ha già ottenuto la protezione speciale di ottenere permessi di soggiorno e poter lavorare, anche per chi è nel nostro Paese a causa di gravi calamità e per cure mediche. L’unica concessione pare essere quella per i matrimoni forzati: nel testo è stata inserita una norma per concedere il permesso di soggiorno alla vittima straniera che venga costretta o indotta a contrarre un matrimonio forzato.
Una volta stabilita la responsabilità degli scafisti che hanno contribuito alla strage di Cutro, ascolteremo altre sparate sul mal governo del flusso dei migranti e poi rinnegate da una maggioranza per la voce del sen fuggita (che) poi richiamar non vale.
Leggiamo, facciamo cose e vediamo gente
⭐️ I libri di NRW: Fronte Sud
Dall’Africa ci divide il mare. Ci unisce la Storia, pure quella troppo non gloriosa di un Impero che sapeva solo di retorica e di massacri, e la cronaca degli ultimi trent’anni, dove dall’Africa arriva la meglio gioventù di quelle terre, in cerca di un futuro che spesso si arena su una spiaggia prima di finire in un centro di accoglienza che sembra talvolta un carcere se non peggio, oppure negli abissi del mare, sprofondati come la nostra coscienza intermittente, che un po’ si indigna e tanto dimentica. In tutto questo è infilato, nella sua ennesima prova, il magistrato minorile Salvatore Malavoglia, protagonista di questo Fronte Sud scritto da Ennio Tommaselli per Manni editore. Ennio Tomaselli è nato nel 1950, vive a Torino. È stato magistrato, sia giudice sia pubblico ministero, in particolare nell’ambito minorile. Collabora con riviste del settore. Il magistrato Salvatore Malavoglia è il protagonista di un ciclo di libri: Messa alla prova pubblicato nel 2018 e Un anno strano uscito nel 2020, di cui questo Fronte Sud, pubblicato da Manni editore come tutti gli altri, è solo l’ultimo capitolo. A cavallo tra passato e presente il magistrato Salvatore Malavoglia si immerge in una realtà che spesso non vogliamo vedere. Come scrive Paola Cereda nella prefazione a questo libro: «In Fronte Sud ci sono i sentimenti: l’amore per Elettra, l’affetto per la carabiniera Terry e per i ragazzi che, nel corso degli anni, ha incontrato nelle aule del Tribunale e che ha continuato a frequentare anche fuori, diventando per loro un amico e un riferimento. Nel romanzo c’è l’Italia. Dal racconto del passato coloniale e fascista, immesso nella narrazione attraverso le pagine del diario di Pietro Malavoglia, padre di Salvatore, arriviamo ai giorni nostri per incontrare i giovani e gli adolescenti africani che arrivano nel nostro Paese in cerca di lavoro e che, spesso, si ritrovano in situazioni di illegalità e sfruttamento. In Fronte Sud ci sono domande che interrogano lettori e lettrici sulla possibilità che la Giustizia, con la maiuscola, sia un percorso che apre alla riparazione del danno e alla tutela della vittima, in una visione che mette al centro le persone e la loro capacità di dialogo. Malavoglia non vive nel mondo delle favole ma in quello che tutti conosciamo, e ci assomiglia perché, come noi, è fallibile e disordinato, a volte ironico, a volte troppo invischiato. Ci piace perché non divide il mondo in buoni e cattivi, ma riconosce il buono e il cattivo che c’è in ognuno di noi e ci suggerisce, con il suo stile così particolare, che la vita è un cammino in divenire, fatto di delusioni e inciampi, possibilità e rivincite». Il long read scelto e recensito da Fabio Poletti per NRW.
🤙🏼 Gorgona: una storia di detenzione, lavoro e riscatto.
Si intitola Ne vale la pena ma si legge ne è valsa la pena. Carlo Mazzerbo, per quindici anni alla guida del carcere sull’isola della Gorgona, ha scritto con Gregorio Catalano il diario di un sogno che non è morto all’alba. Nata come esperienza pilota, Carlo Mazzerbo ha aggiornato la storia già pubblicata dieci anni fa su una detenzione, davvero rieducativa. E siccome non succede quasi mai, vale la pena di leggerlo. E di andare alla presentazione, sabato 29 aprile.
⭐️ Festival dei Diritti Umani
Diritti, guerre, cinema, testimonianze, libertà di stampa. C’è davvero tanto da vedere e da ascoltare nella nuova edizione del Festival dei Diritti Umani, che si terrà dal 3 al 6 maggio, sia online che in presenza a Milano, presso il Memoriale della Shoah e alla Cineteca Milano MIC.
La newsletter tornerà giovedì 4 maggio, daje