Il frastuono social sulle tragedie e la diplomazia dei diritti umani di Gariwo che (re)agisce
La newsletter di Cristina Giudici
Mentre assisto sempre più basita al frastuono sui femminicidi, con post sui social di uomini che si battono il petto e si fustigano per dire quanto sono maschilisti o, al contrario, istigano all’odio verso le donne, mi chiedo come siamo arrivati al punto di non capire che la soluzione alla violenza deve essere collettiva. E fermata con gesti concreti, al posto di affidarsi ancora una volta all’infruttuoso deterrente dell’inasprimento delle pene. Davanti ai drammi bisogna agire e reagire, invece di cercare consenso nel regime totalitario dei like. Non si può essere un giorno tutti palestinesi e il giorno dopo tutti Giulia Cecchettin. Si deve avere il coraggio di sporcarsi le mani con la realtà e costruire comunità educative che coinvolgano reti sempre più vaste per diffondere il bene da contrapporre al male. Perciò questa settimana voglio parlarvi di una delle best practice sui diritti umani. Ovvero quella di GariwoNetwork che il 24 e il 25 novembre riunirà i cittadini, i docenti, le associazioni, i giornalisti, gli intellettuali di tante nazionalità che hanno creato oltre 250 Giardini dei Giusti in tutto il mondo per valorizzare le figure eroiche che si battono per i diritti umani, l’inclusione, il dialogo, la pace, la difesa delle donne, la democrazia sostanziale.
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Il Male fatto alle persone non va raccontato dalla fine, ma dal suo inizio. È importante studiare e comprendere le stazioni del Male che in ogni epoca possono, in determinate condizioni, portare all’oppressione e alla disumanità. Come aveva compreso Primo Levi, non esistono due pianeti: quello di Auschwitz e quello della nostra vita quotidiana. I semi del Male nascono e si manifestano con parole malate, con lo svuotamento della democrazia e gli attacchi al pluralismo, con il bullismo, con il disprezzo e la manipolazione dell’altro
Queste parole le hanno scritte il presidente della Fondazione Gariwo Gabriele Nissim e il suo responsabile editoriale Francesco M. Cataluccio in un documento che spiega la metodologia adottata per rispondere alle sfide della contemporaneità. In Gariwo-Il Metodo gli autori spiegano cosa è stato fatto in vent’anni per prevenire genocidi, pulizie etniche, discriminazioni politiche e sociali, leggi liberticide, prigioni, campi di reclusione, guerre in nome della religione. Ecco perché Gariwo sollecita i parlamenti a fare periodici report sui genocidi in corso e sui meccanismi dell’odio contemporaneo, per educare la società alla prevenzione
Nel mondo di oggi la diplomazia per i diritti umani non compete solo agli Stati, ma anche agli individui. E gli individui non solo possono sollecitare gli Stati, ma possono dal basso supplire alle mancanze politiche. Per farlo si devono cercare i Giusti, raccontarli, onorarli, farli conoscere soprattutto a chi educa le nuove generazioni
La riflessione di Gabriele Nissim e di Francesco M. Cataluccio serve a capire la missione di una comunità educativa che - attraverso l’informazione, la creazione dei Giardini dei Giusti di tutto il mondo, un’enciclopedia dei Giusti e le attività didattiche - ha creato una diplomazia parallela a quella istituzionale. Una diplomazia dei diritti umani che ha aperto oltre Giardini dei Giusti in tutto il mondo, anche in Medio Oriente. Come quello creato all’interno del villaggio Neve Shalom Wahat al-Salam (che significa oasi di pace in lingua araba ed ebraica), dove convivono decine di famiglie palestinesi ed israeliane a poca distanza dal confine di Gaza e dove sono stati onorati, fra gli altri, i palestinesi che hanno salvato 600 ebrei durante gli scontri del 1929 a Hebron.
Grazie a questa vasta rete internazionale votata alla creazione di segmenti culturali di speranza (ci sarà presto anche il primo Giardino dei Giusti diplomatici alla Farnesina e nelle ambasciate in diversi Paesi), la Fondazione Gariwo riceverà un attestato di civica benemerenza all’Ambrogino d’oro il 7 dicembre. L’appuntamento annuale di GariwoNetwork il 24 e 25 novembre servirà a riflettere su come si debba agire e reagire sul fronte dei diritti umani davanti alle grandi crisi internazionali perché fra derive identitarie e nazionaliste, persecuzioni etniche e guerre sante, la crescita di democrazie illiberali e di regimi teocratici, bisogna avere gli strumenti culturali per infrangere l’indifferenza, l’apatia e l’impotenza. Invece di indignarsi e odiarsi sui social media, bisogna agire e reagire.
Leggiamo, facciamo cose e vediamo gente
📚 I libri di NRW: Operazione satellite
Che la guerra si combatta in cielo lo si sa dal 1915, quando l’aviazione prese il sopravvento sulla cavalleria. Sarà il presidente USA Ronald Reagan nel 1983 a lanciare il piano Scudo Spaziale, poi chiamato Guerre Stellari come l’omonimo film di successo, per neutralizzare i missili sovietici con l’atomica. Oggi, per far la guerra, ci vogliono soprattutto i satelliti. Avere il controllo delle comunicazioni, nell’era di Internet è decisivo. E allora un’altra guerra si combatte nei cieli. Una guerra che racconta Frediano Finucci, giornalista a capo della redazione Esteri ed Economia del Tg de La7, in questo Operazione satellite, pubblicato da Paesi Edizioni. Non è un libro per nerd, sottolinea l’autore. Non è necessario avere una laurea in ingegneria aerospaziale per capire questo libro, che spazia dalla Guerra Fredda a quella in Ucraina, dove per la prima volta nella storia, un privato, Elon Musk, ha fornito a Kiev il suo sistema satellitare Starlink per sopperire alla rete Internet del Paese, distrutta dai russi nella loro avanzata. E se a quasi due anni dall’inizio la guerra sembra in stallo, senza vinti né vincitori ma solo macerie, lo si deve, oltre alla resistenza degli ucraini, anche al sofisticato sistema satellitare di supporto a Kiev. Un capitolo del libro è dedicato ai palloni aerostatici cinesi in volo nei cieli americani e viene spiegato come Pechino abbia usato questi aerostati, in combinazione con i satelliti, per esperimenti scientifici che riguardano le energie rinnovabili, l’Internet quantistico e sistemi innovativi di propulsione. Nel suo libro Frediano Finucci affronta anche il tema delle ultime tecnologie satellitari che per la prima volta nella storia, consentono ai comuni cittadini di osservare quello che succede in ogni parte del pianeta in tempo reale: una rivoluzione tecnologica poco conosciuta ma che sta già avendo importanti e innovative implicazioni economiche, sociali e geopolitiche. La recensione e un estratto del libro scelto da Fabio Poletti per NRW.
🎧 Podcast: Scatenate
Scatenate, Libere dalle catene è un podcast di Storielibere, ideato e scritto da Mapi Danna e realizzato in partnership e con il contributo creativo di Marlù. Racconta storie di donne che hanno saputo dire no e che hanno trasformato ferite, muri e limiti in orizzonti.
👊 Stop alla violenza: il segnale per chiedere aiuto
Pollice della mano piegato, quattro dita in alto e poi chiuse a pugno: un segnale che vale come urgente richiesta d'aiuto e che tutti dobbiamo saper riconoscere e replicare se ce ne fosse bisogno. Si tratta del 'Signal for Help' che la Canadian Women's Foundation ha lanciato durante la pandemia.
E tutto il mondo fuori. Linkiesta Festival al Teatro Franco Parenti
Dal 24 al 26 novembre torna Linkiesta Festival che quest’anno s’intitola E tutto il mondo fuori. Qui potete trovare il variegato programma.
Sono tempi difficili, non perdiamoci di vista,
Al prossimo giovedì 🕊️
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