I candidati diversi che faranno (ci auguriamo) la differenza
La newsletter di Cristina Giudici
I candidati diversi che faranno (ci auguriamo) la differenza. Mattia Abdu, classe ā81, nato nel quartiere Garibaldi quando era ancora una zona popolare da madre meneghina e padre egiziano, ĆØ cresciuto in una Milano più accogliente. E in questa tornata amministrativa in cui sono stati candidati numerosi uomini (e soprattutto tantissime donne) di origine diversa, ĆØ un testimonial involontario dellāItalia che ĆØ cambiata. Scrivo involontario perchĆ© lui ĆØ stato scelto dal Partito democratico per provare a diventare presidente del municipio 1, il centro storico, a causa della sua esperienza istituzionale come assessore municipale e non come bandiera per attirare il voto etnico. Sensibile al tema della cittadinanza e dellāinclusione, ci tiene però a precisare che non ĆØ il candidato musulmano, anche perchĆ© agnostico. Ā«Io rappresento semmai la normalitĆ della societĆ che ha cambiato passo, ma non la normalizzazioneĀ». Cresciuto nella merceria della madre, conosce a memoria le canzoni di Nanni Svampa e se qualcuno gli dice ātorna a casa tuaā, lui replica in dialetto milanese. Laureato in Pianificazione urbanistica e politiche territoriali al Politecnico, ha un compagno, Andrea, e lavora nella gelateria della famiglia. La sua āossessioneā sono i tram che servono a creare una mobilitĆ sostenibile e raccontano la storia di Milano. E infatti ogni giorno su Facebook narra con lieve ironia la storia di un tram.
I candidati diversi che faranno (ci auguriamo) la differenza
Che Matteo Abdu sia la normalitĆ , lo si capisce dalla conversazione che abbiamo avuto, focalizzata sulla necessitĆ di rafforzare lāidentitĆ dei quartieri e non invece sullāimmigrazione, come ci si aspetterebbe da lui che ha un padre egiziano. Ā«I quartieri bisogna tenerli vivi, renderli fruibili a tutti, creando una comunitĆ per non lasciare indietro nessuno. In centro ci sono meno abitanti con problemi economici, ma molti anziani soli. Come la mia vicina. Le lascio spesso dei biglietti sotto la porta per farle sentire che ci sono, che può contare su di meĀ», spiega per fare un esempio. Ā«La cittĆ a 15 minuti ĆØ uno slogan se non si creano spazi comuni, servizi, sicurezza e una rete fra i residentiĀ». Quando sentono il suo cognome, spesso gli chiedono se conosce quel tal egiziano che ha una pizzeria, ci ha raccontato, sarcastico. Ma, secondo lui, i tantissimi candidati scelti con origini straniere rappresentano un segnale positivo dāintegrazione o, meglio, di quella normalitĆ che ha portato molti giovani con background migratorio a sentire il desiderio di mettersi in gioco. Pur nella consapevolezza che nellāItalia che ĆØ cambiata ci sono ancora tante barriere, come la legge anacronistica sulla cittadinanza, e soprattutto le diseguaglianze sociali nelle periferie dove si trova la maggior parte degli italiani con origini straniere. Ho scelto di parlarvi di Matteo Abdu perchĆ© la sua storia spiega bene il cambiamento della nostra societĆ (ve ne racconteremo molte altre prima del voto amministrativo in 1162 Comuni il 3/4 ottobre) e perchĆ© Milano ĆØ la cittĆ con più candidati di prima e seconda generazione. Impariamo i loro nomi (e soprattutto i cognomi) per riflettere sul cambiamento che potrebbe arrivare allāinterno delle istituzioni. E fare il tifo per i candidati diversi che faranno (ci auguriamo) la differenza.
Breve rassegna stampa di NRW
Grandi stereotipi sul piccolo schermo.Ā Nella serie dellāestate 2021, firmata HBO e trasmessa da Sky, assistiamo ancora agli stereotipi etnici di classe, sullo sfondo di un resort di lusso alle Hawaii. La polemica recensione di Sindbad il Marinaio: The White Lotus, il privilegio bianco non va in vacanza. I muri europei. Dallo studente alla quarantenne che insegna inglese. Nel reportage di Stefano Pasta trovate i racconti su chi aiuta i tenere in piedi il sistema dāaiuto sullāisola greca:Ā Lesbo, le storie dei volontari ignoti che accolgono i profughi afghani. Fabio Poletti vi suggerisce di leggere il long readĀ tratto da Di mondi diversi e anime affini di Mohamed Ismail Bayed e Raissa Russi, giovane coppia mista che ha spopolato su TikTok. Come aiutare le donne afghane? Lā intervista di Michela Fantozzi a Laura Quagliuolo del Cisda che sostiene le loro associazioni: Laura Quagliuolo: Ā«Le donne afghane hanno bisogno del nostro aiuto, non di paternalismoĀ».
Diversity Leadership
Nel frenetico palinsesto di Milano tornano i workshop di NRW. Si comincia il 29 ottobre alla fondazione Riccardo Catella nel quartiere Isola e poi nei mesi successivi i seminari diventeranno itineranti. Saranno focalizzati sui leader con background migratorio e divisi per argomenti: arte, sanità , letteratura, imprenditorialità e cittadinanza attiva. E chissà che fra i relatori non ci siano proprio attivisti eletti in questa tornata amministrativa. Curiosi? Leggete la prossima newsletter giovedì prossimo per saperne di più!