Diamo i numeri sull'immigrazione con il rapporto Ismu 2021
La newsletter di Cristina Giudici
Rapporto Ismu 2021. La crescita dei nuovi italiani non si ferma, tranne che a scuola (con alcune eccezioni da tenere in considerazione). La campagna #ècambiatoQUASItutto per chiedere al Governo l’attesa riforma della cittadinanza – dopo che la legge, ormai anacronistica, il 5 febbraio scorso ha compiuto 30 anni – si è conclusa con un flashmob di un simpatico Valentino, il 12 febbraio, e con il video #ItaliaDIMMIdisì.
L’ultimo rapporto dell’Ismu sulle migrazioni 2021 offre però un quadro statistico che può aiutare a ragionare sui cambiamenti demografici e culturali nel nostro Paese e in tutta l’Europa. Innanzitutto le presenze. I più recenti dati ufficiali relativi alla popolazione straniera regolare aggiornati al 1° gennaio 2020, e quindi precedenti l’inizio della crisi pandemica, segnalano la presenza nell’UE di 36,5 milioni di stranieri e di circa 54,5 milioni di nati all’estero. Gli stranieri e i nati all’estero costituiscono rispettivamente l’8,2% e il 12,2% della popolazione (Eurostat, 2021), considerando l’intera area europea, inclusi il Regno Unito, la Svizzera e la Norvegia.
In Italia i numeri restano stabili: i residenti stranieri stimati fino al primo gennaio 2021 sono 5.756.000 – 167mila unità in meno rispetto alla stessa data del 2020 – e 519mila irregolari, anche a causa del ritardo dell’iter burocratico delle istanze presentate per la sanatoria nel luglio 2020.
L’analisi statistica di Gian Carlo Blangiardo e Livia Elisa Ortensi nel Rapporto Ismu 2021 ci fornisce dati significativi sulle acquisizioni di cittadinanza: tra il 2011 e il 2020 sono state quasi un milione e 250mila, di cui oltre 400mila minorenni diventati italiani per ius sanguinis.
«L’acquisizione per residenza – che per i cittadini non comunitari richiede 10 anni di ininterrotta dimora nel nostro Paese – è stata di gran lunga la modalità più seguita. In base ai più recenti dati disponibili, al 1° gennaio 2020 i minori di origine straniera (italiani e stranieri) erano circa 1,3 milioni. Tra questi il 21,5% ha la cittadinanza italiana, tra gli italiani minorenni di origine straniera prevalgono i nati in Italia che costituiscono l’81,3% del totale. Dopo un picco registrato nel 2016 (con oltre 200 mila casi), le cittadinanze sono diminuite ma rimaste su valori sempre superiori ai 100 mila provvedimenti l’anno», si legge nel Rapporto.
Al 1° gennaio 2020 vive in Italia oltre un milione e mezzo di “nuovi italiani” che, nati stranieri, hanno successivamente acquisito la cittadinanza. Si deve considerare che ogni 100 stranieri ci sono in media 29 nuovi cittadini e per alcune comunità questo rapporto è persino più alto. Ad esempio, ogni 100 stranieri albanesi ci sono oltre 50 italiani di origine albanese; per i marocchini lo stesso dato è di circa 48. Tale rapporto resta notevolmente più basso – solo 5 nuovi cittadini ogni 100 stranieri – per la comunità cinese, per la quale pesa forse in modo significativo l’impossibilità di mantenere la doppia cittadinanza. Morale, anche se la la legge è rimasta all’Italia degli anni Novanta, i nuovi cittadini sono sempre più numerosi. Ma i figli dell’immigrazione, ricordiamolo – in maggioranza di seconda generazione – sono ormai 3 milioni.
La scuola dei nuovi italiani nel rapporto Ismu 2021
Se si parla di cittadinanza, non si può ignorare la presenza degli allievi stranieri che ha subito i drastici effetti della pandemia. Nel capitolo curato da Mariagrazia Santagati del ventisettesimo rapporto Ismu, dedicato agli alunni con background migratorio, si analizzano gli effetti collaterali della didattica a distanza. «La pratica della lingua italiana e le attività di potenziamento sull’italiano L2 si sono ridotte o interrotte, così come sono diminuiti gli spazi di interazione tra italofoni e non italofoni, cruciali per motivare l’apprendimento di una seconda lingua. Molti minori fragili, come i minori stranieri non accompagnati, hanno vissuto una sospensione dei loro percorsi di apprendimento, data la collocazione in strutture di accoglienza senza una rete Internet adeguata o viste le difficoltà delle istituzioni scolastico-formative nel rintracciarli e raggiungerli», si legge nel capitolo del rapporto Ismu dedicato alla scuola.
Gli ultimi dati sugli alunni con cittadinanza non italiana elaborati dall’Ufficio Statistica e Studi risalgono all’anno scolastico 2019/20 e attestano una presenza che ha superato le 870mila unità, incrementata rispetto al precedente di quasi 20mila alunni.
La quota di alunni con background migratorio rappresenta il 10,3% del totale degli iscritti nelle scuole italiane, dall’infanzia alle secondarie di secondo grado: la soglia simbolica dei 10 alunni con background migratorio ogni 100 è stata superata.
La crescita registrata degli alunni con background migratorio nelle scuole italiane resta problematica perché aumentano gli Early leavers from education and training (Elet) e di Neither in Employment nor in Education and Training (Neet). Le percentuali di giovani nati all’estero in queste condizioni rimangono piuttosto elevate nel 2020 e l’Italia mantiene il primato europeo rispetto a questi indicatori, si legge nel rapporto Ismu. Gli Elet nati all’estero sono il 32,1% dei 18-24enni stranieri, ovvero il triplo degli autoctoni, che si fermano all’11%. Sul fronte dei Neet, il trend dei dati che riguarda i cittadini residenti con background migratorio è preoccupante: si attesta al 36% (+4,1 rispetto al 2019).
I dati mostrano però un dato molto positivo: la crescita della presenza nei licei fra chi continua a studiare: i liceali fra gli studenti con background migratorio sono il 30,9% con 63.261 frequentanti e per la prima volta rappresentano lo stesso numero di quelli che frequentano invece gli istituti tecnici o professionali. Un cambiamento rilevante, da valorizzare. Anche se già nel corso del 2020 si è cominciato a discutere della possibile learning loss, ovvero della perdita di apprendimento per milioni di alunni a causa della pandemia che non ha risparmiato gli alunni stranieri di famiglie più vulnerabili.
«Sono state accumulate lacune cognitive e malesseri che saranno difficilmente recuperabili nel breve periodo, con un corrispondente aggravamento delle disuguaglianze scolastiche nel medio e lungo periodo, soprattutto per i bambini svantaggiati e appartenenti a minoranze etniche». Morale: il rapporto Ismu 2021 ci conferma, dati alla mano, la complessità dell’evoluzione culturale e demografica dei nuovi italiani. In sintesi estrema: la crescita dei nuovi italiani non si ferma, nonostante una legge anacronistica. Tranne che a scuola dove – al netto dell’aumento preoccupante della dispersione scolastica – aumentano però i liceali con background migratorio. Ricordiamocene.
Breve rassegna stampa di NRW
Alto rischio (migratorio). Torna la rubrica di Irene Pavlidi per parlare di un odontotecnico di origini straniere e una vita in Italia senza permesso di soggiorno. E voi, quanti signori Nessuno conoscete? Alto rischio: si può vivere in Italia senza permesso di soggiorno? #ItaliaDIMMIdiSì. In occasione dell’ironico ed estroso flash mob organizzato dalla Rete per la riforma della Cittadinanza, Michela Fantozzi ha raccontato tre storie di amore non corrisposto con l’Italia. La versione di Adam Clark. La traduzione di questa settimana riguarda le vittime della tratta: Barba: “The laws against trafficking have been the same since slavery in America”. Periferie. Le seconde generazioni raccontate da una prof di italiano per stranieri al Giambellino, Fausta Trentadue: Fausta Trentadue, la prof che raccoglie le sfide delle seconde generazioni nelle periferie. Scacco matto. Chess in Slums (Scacchi nel ghetto), un’iniziativa che ha preso piede a Lagos e incentiva i ragazzi degli slam a ritornare tra i banchi di scuola: Da Africa Rivista: Negli slum di Lagos i ragazzi si riscattano con gli scacchi. I libri di NRW . Il long read scelto da Fabio Poletti per questa settimana è tratto da Torneremo a percorrere le strade del mondo di Stefano Allievi che analizza la storia delle migrazioni con uno sguardo alle implicazioni dei tempi moderni. L’Editoriale: È cambiato tutto (persino Sanremo) ma la legge sulla cittadinanza è ferma al 1992.