Cosa non dimenticare mai sull'Ucraina. Crimini di guerra e stupri
La newsletter di Cristina Giudici
Cosa non dimenticare mai sull’Ucraina: crimini di guerra e stupri. Alyona Kryvuliak, psicologa dell’organizzazione ucraina La Strada che si occupa di traffico di esseri umani e di violenze di genere, è molto prudente. Treccia lunga nera, volto pallido, è lei il volto che sta dall’altra parte della linea telefonica che serve a denunciare gli abusi sessuali avvenuti in tutto il Paese. Diverse organizzazioni, da sempre impegnate nel contrasto alla violenza contro le donne, hanno dato la disponibilità per raccogliere segnalazioni, offrire supporto psicologico e assistenza legale, fornire informazioni alla Procura Generale. «Non entrerò nei dettagli né racconterò le storie dei 21 casi che abbiamo individuato», esordisce con un tono duro. L’argomento infatti è più che delicato e non facile da documentare, nonostante i giornalisti ne abbiano scritto parecchio. Si è parlato tanto del caso della donna violentata nella sua casa di Bohanidvka, piccolo villaggio del distretto di Brovary, a una ventina di chilometri da Kiev. La sua denuncia ha permesso alla Procura generale di Kiev di individuare il soldato Mikhail Romanov, diventato il primo imputato per “stupro di guerra” in Ucraina. Trasformare le confessioni intime in casi giudiziari è il compito che il ministero degli Affari Interni ha affidato a una speciale forza mobile della polizia nazionale nel Nord dell’Ucraina, dopo il ritiro dei russi dai villaggi occupati. I casi aperti e inviati alla Procura Generale sono pochissimi però, confrontati con i 15mila dossier di presunti crimini di guerra, perché non è facile che una vittima si esponga e soprattutto non è facile trovare le prove, dato che molti dei cadaveri dei civili uccisi trovati dall’esercito ucraino sono carbonizzati. Il tema è delicato anche per la sua dimensione politica: la Commissaria dei diritti umani è stata rimossa dal suo incarico per la disinvoltura con cui ha comunicato le violenze dei russi su donne e bambini e Il 19 luglio il Parlamento ha destituito anche la procuratrice generale Iryna Valentynivna Venediktova , ufficialmente per via della presenza di collaborazionisti all’interno del suo staff.
Cosa non dimenticare mai sull'Ucraina: crimini di guerra e stupri
Alyona Kryvuliak, mi spiega che fra i 21 casi seguiti da La Strada, ci sono anche bambini che hanno assistito alle violenze, adolescenti e una coppia anziana.
Hanno chiamato da Kharkiv, dai territori occupati, dal Donbas e dalla provincia di Kiev. Tutti hanno bisogno di non sentirsi soli, al sicuro. E alcuni dicono che hanno pensato di non farcela a sopportare quello che gli era successo, di aver pensato di uccidersi. Noi li ascoltiamo, facciamo in modo che non si sentano colpevoli perché non hanno più la forza per reagire
Gli operatori danno anche consigli legali perché alcuni sperano di riuscire a rintracciare i responsabili. E quando è necessario, gli operatori de La Strada passano le informazioni alla Procura Generale che indaga sui crimini di guerra. Il sentimento comune delle vittime della barbarie russe? «Il terrore, l’incapacità di trovare la forza per andare avanti, la paura di non riuscire più a sentirsi sicuri a casa loro, anche nei territori liberati». Alyona Kryvuliak aggiunge che è terrificante per tutti ascoltare i racconti dei crimini di guerra, che sono tutti scioccati, che non capiscono perché i russi vogliano eliminare tutti i civili ucraini. Al 148 giorno della guerra, non dimentichiamolo. Distratti dalle nostre miserie politiche, dalle nostre incertezze sul futuro, non dimentichiamo i crimini di guerra e gli stupri che gradualmente stanno emergendo in Ucraina.
La mia reading list
⭐️ I libri di NRW. «Donna, africana, sradicata dal suo Paese quando aveva otto anni per finire prima a Bergamo e poi a Londra. Vita ad ostacoli assai impervi quella di Sidiqot Abimbola Abale, una ragazza nigeriana trentaduenne come tante, autrice di questo Arroganza, identità, emancipazione. Scritto in forma di diario, questo mémoire è una tranche de vie vissuta fino all’ultima goccia di sangue. Dentro ci sono le aspirazioni, le disillusioni e le sofferenze di una afrodiscendente, quasi un archetipo del giovane migrante che negli ultimi decenni, partendo da giovanissimo, attraversa mari e montagne, approda in Europa in cerca di un’affermazione, anzi di un’identità come persona. Bergamo, ma pure la cosmopolita e multiculturale Londra sembrano realtà invalicabili. Anche se la sua non è certo una vita ai margini. Laurea in Scienze economiche a Roma, doppia laurea in Politica internazionale ed economica a Londra, lavoro sicuro in banca, sembrano gli ingredienti perfetti di una perfetta integrazione. E invece, nei trent’anni che scorrono nel libro che si legge mentre il tempo passa quasi senza accorgersene, c’è tutta la sofferenza di una giovane donna afrodiscendente, alle prese con i pregiudizi e la burocrazia. Essere donna è quasi un ostacolo, di fronte a una vita vissuta che si vorrebbe nella parità di genere. Essere africana è la condizione certa per un percorso faticoso, prima di raggiungere la desiderata cittadinanza italiana. Trovare la sintesi, senza perdere il suo quadro identitario e le sue radici africane, è la scommessa di questa donna il cui unico confidente, a volte, sembra essere questo diario. L’unico davvero capace di ascoltarla». La recensione di Fabio Poletti e il long read tratto dal libro Arroganza, identità, emancipazione.
⭐️ Il nuovo disco di Tommy Kuti, Vibes.
Michela Fantozzi gli ha fatto alcune domande sul nuovo singolo, Vibes. Ecco cosa le ha detto: «La canzone parla di un viaggio interiore, ma non è raccontato in ordine cronologico. È più una sorta di confessione di sensazioni narrate davanti al microfono, anche se di solito non sono abituato ad aprirmi sulle questioni personali nelle canzoni. E questa è una delle mie prime tracce veramente sincere».
Il processo creativo è stato tra i già lunghi in assoluto. Se non sbaglio io ed i miei produttori siamo arrivati tipo a 15 versioni dello stesso pezzo. Per trovare il mix perfetto continuavamo a cambiare l’arrangiamento, le strofe, il ritornello, ma è stato un bel esercizio di stile. Ho incominciato a scrivere questo pezzo l’estate scorsa quando ero a Lagos, in studio con un produttore locale chiamato Twinsbeatz.
Poi ho fatto un paio di sessioni in studio con Yves per perfezionarla ma sono finito per registrare la versione definitiva qualche settimana fa a casa mia. Mi sento un artista in transizione. Fino a qualche anno fa facevo canzoni principalmente canzoni dalle sonorità rap o trap, ma da qualche anno mi sto avvicinando all’afro e sto cercando la mia versione della cosa
⭐️ Obiettivo cittadinanza. Ricordate la storia edificante ma intricata di Liliana e Jennifer, raccontata da Irene Pavlidi nella sua rubrica Alto Rischio? Due giorni fa la cittadina britannica Jennifer Rowley, è riuscita a diventare italiana. Prosit !
⭐️ In attesa di novità sul nuovo workshop a Vicenza, potete guardare un altro video dell’incontro di Torino dedicato alla Diversity leadership nella letteratura. Con la scrittrice e podcaster Natalia Maraffini.
⭐️ La casa dov'è ? Il primo podcast della Fondazione Progetto Arca Così Vicini.
Un podcast in quattro episodi con la voce narrante di Marco Berry. Storie di speranza raccolte sul campo insieme a brandstories. Progetto Arca sceglie il potere della voce e la forma narrativa del podcast per raccontare le storie di chi offre il primo aiuto sempre e di chi, quel primo aiuto, lo riceve ogni giorno.