Arriva il podcast sull’atroce game della rotta balcanica. Ascoltiamoci
L'editoriale di Cristina Giudici
Arriva il nostro podcast sull’atroce game della rotta balcanica. Mujeeb Ur Rehman Larosh è un architetto pakistano che sta concludendo i suoi studi al Politecnico di Torino. Uno di quelli che è riuscito a superare l’ultimo imbuto della rotta balcanica in Bosnia e raggiungere Trieste. Scavalcando, al terzo tentativo, il muro della brutalità croata. Mujeeb è uno di quei pochi single man, così vengono definiti i giovani adulti migranti, che è riuscito a vincere il game: il gioco spietato che tutti devono affrontare per vincere la sfida contro i guardiani dei confini orientali dell’Europa. Mujeeb è un uomo fortunato perché ogni giorno migliaia di migranti vengono catturati, derubati, picchiati, riportati nei boschi senza scarpe per impedire loro di continuare la marcia e per respingerli a catena verso i campi della Bosnia, dove talvolta restano anni, prima di raggiungere il cuore dell’Europa. Inizia così il nono episodio del podcast Radici prodotto da storielibere.fm e ispirato alla narrazione di NRW. Dati, storie, voci dalla piccola Libia europea che si è venuta a creare nell’ultimo tratto della rotta balcanica, nel cantone bosniaco di Una-Sana. Mettete le cuffie ed ascoltate il nuovo episodio del podcast. Con l’aiuto di una guida speciale, Silvia Maraone, che mi ha raccontato cosa accade ai confini della Croazia, perché accade e soprattutto perché purtroppo continuerà ad accadere.
Mentre tutti strepitano per l’arrivo di alcune migliaia di migranti a Lampedusa, ignorando tutti quelli che vengono intercettati dalla Guardia costiera libica, nel podcast potrete ascoltare il mio racconto sul confine orientale dove ogni giorno i migranti tentano il game. Un percorso di violenze e illegalità che si snoda lungo uno dei tragitti migratori più battuti ma meno visibili. Il freddo è una costante, anche quando sui monti la neve inizia a sciogliersi, così come il terrore. Non solo dei lupi, ma anche dei cani della polizia, addestrati a mordere, a lacerare i corpi dei migranti. Ci sono trappole lungo tutto il percorso, dogane presidiate dal filo spinato e muri invalicabili. Un podcast che serve anche a spezzare il silenzio su un altro fallimento dell’Unione Europea che ora ha lanciato una serie di iniziative sul futuro del vecchio continente, ma resta inerte sulla violazione dei diritti umani per aderire senza se senza ma alla politica dei respingimenti.
Rassegna stampa di NRW
Favole dal mondo reale e interculturale da leggere. Ci sono alcune storie che arrivano dritte al cuore. Come quella autobiografica raccontata da Domenico Cannizzaro, studente universitario di Licata e ora collaboratore della nostra testata. Una lezione di vita per tutti quelli che strepitano e si intortano quando devono prendere posizione su temi divisivi come l’inclusione e la diversity. E non sanno che nella vita le persone si cercano, si trovano, si amano indipendentemente dal proprio background in modo spontaneo. O talvolta anche solo per caso. Domenico Cannizzaro ci ha aperto le porte di casa, raccontando la storia della sua fratellanza con Joel Diby Koffi Cannizzaro, nata sul campo da calcio: La storia di mio fratello Joel. Notizie che siamo stufi di leggere. Sempre lo stesso copione. The same old story. Ogni volta che ricominciano gli sbarchi, si blatera di invasione, si fanno proiezioni che poi vengono smentite, si tira in ballo l’Europa che dovrebbe ricollocare i migranti ma poi si torna, inesorabilmente, al nulla di fatto. E non si cerca una soluzione pragmatica per fermare il traffico di esseri umani. Dopo gli ultimi sbarchi si parla di nuovo di emergenza migranti per media e politici chiassosi che danno i numeri sbagliati perché la vera emergenza è in Libia. Il commento di Sindbad il Marinaio: Non date i numeri, la vera emergenza è in Libia. Notizie da tenere a mente. Sophia Loren, miglior attrice a 86 anni per La vita davanti a sé, ha trionfato ai David di Donatello 2021 con una storia da volemose bene che affronta il tema della diversità con una sequela di stereotipi. E Tolo Tolo di Checco Zalone si è aggiudicato un riconoscimento per la colonna sonora di Immigrato. Mariarosa Porcelli segnala le (vere) novità fra i candidati alle nomination da tenere d’occhio: il melting pot del cinema italiano si trova in borgata. Notizie sulle migrazioni circolari. Ci sono cittadini che dopo aver studiato e lavorato in Italia, hanno voglia di tornare alle loro radici e provare a fare impresa nei Paesi d’origine. E ora c’è un bando per sostenere 50 startupper o imprenditori senegalesi. È la globalizzazione che sposta cervelli oltre che le merci. Ne ha scritto Elisa Mariani: Investo in Senegal: la diaspora chiamata a fare impresa. Notizie da ascoltare, oltre che da leggere. Thomas Fadimiluyi è cresciuto sulla riviera, ballando con le signore che frequentavano l’albergo della madre, e l’anno scorso è arrivato tra i finalisti delle Nuove Proposte a Sanremo. Il ritratto di Mariarosa Porcelli: Tra Fela Kuti e Raoul Casadei. Fadi, l’artista afroromagnolo che è arrivato a Sanremo. Meglio leggerli. Questa settimana nella rubrica dei libri scelti da Fabio Poletti, vi suggeriamo il romanzo d’esordio di Alice Walker La terza vita di Grange Copeland (edizioni Sur). L’autrice del pluripremiato Il colore viola, con cui si è aggiudicata anche il Pulitzer, racconta uno spaccato della vita contadina di molti afroamericani nel Profondo Sud.
Il sondaggio di NRW
Grazie per aver partecipato ancora al nostro sondaggio. Ci state aiutando a capire non tanto dove andare, ma come andare e soprattutto con chi andare. Le vostre nuove riposte mi hanno rallegrato ma soprattutto hanno rafforzato le mie convinzioni. Bisogna colmare il gap di rappresentazione per le nuove generazioni, ancora di più se di origini straniere, che sono uscite dal cono d’ombra e hanno preso la parola. Abbiamo ancora tanto da raccontare per avere uno specchio in cui rifletterci e vedere in maniera più nitida i cambiamenti e le sfide che ci pone il multiculturalismo. Perdete qualche minuto per continuare a risponderci, alzate la voce, fatevi sentire, facciamoci sentire e continuiamo a crescere insieme. Ne vale la pena.