Appunti sulla nostra road map dell’inclusione, scriveteci ancora
L'editoriale di Cristina Giudici
Ci sono momenti in cui la fatica diventa quasi un groppo alla gola che non ti molla mai. Ci sono momenti in cui l’ansia di trovare le risorse sufficienti a valorizzare tutte le idee, le persone, ormai tante, che si rivolgono a noi per raccontare l’Italia che cambia, ti toglie il sonno. Ci sono momenti invece in cui ascolti una favola contemporanea che arriva inaspettata durante una riunione che ti scalda il cuore e scioglie tutti i dubbi che ogni tanto ti assalgono. E poi ci sono le prime vostre risposte al sondaggio (grazie!) che chiariscono non tanto il perché ma il come del nostro progetto. In sintesi, tutti, o quasi, ci chiedete di allargare il nostro racconto alle problematiche dell’inclusione forse perché dopo un anno di pandemia sentite sulla vostra pelle l’angoscioso gap delle diseguaglianze. In realtà lo abbiamo sempre fatto.
Ci siamo occupate e ci occuperemo delle stragi nel Mediterraneo e della necessità di creare i corridoi umanitari dalla Libia. Abbiamo approfondito il tema scandaloso dei respingimenti ai confini orientali dei migranti che arrivano dalla rotta balcanica, a cui dedicheremo il prossimo podcast in uscita settimana prossima. Ma continueremo a valorizzare le storie, le testimonianze, i guizzi geniali di chi, senza alcun sostegno pubblico o privato e politiche per favorire i talenti di diverse origini e differenti background, continua ad emergere. E continueremo a cogliere ogni segno positivo del cambiamento che resta un tema ignorato.
Non restiamo indifferenti ai sommersi e ai salvati, anzi. E neanche alla bufala della regolarizzazione dei lavoratori stranieri che non riescono ad avere, tranne una minima percentuale, il permesso il soggiorno. Vogliamo capire come e se verranno somministrati i vaccini ai migranti e ai richiedenti asilo perché il diritto alla salute è universale. E vorrei anche segnalarvi questo progetto nato come riposta al vuoto istituzionale nel soccorso ai migranti che continua a provocare morti. ResQ-People Saving People nasce da un piccolo gruppo di amici, professionisti di varia natura che hanno deciso di provare a mettersi in gioco e di mettere una nave in mare che sia di tutti: società civile, di bambini e genitori, di insegnanti e studenti, di cooperative e associazioni, di personaggi famosi e perfetti sconosciuti; una nave di tutti coloro che sono stanchi di girare la testa dall’altra parte e decidono di salvare vite umane. Un nuovo progetto che attesta però il fallimento dei governi europei che dovrebbero far fronte al traffico di esseri umani, fermare abusi e torture in Libia come in Croazia. Invece di affidarsi alla politica dell’esternalizzazione delle frontiere, che durante la pandemia ha portato a 40mila respingimenti e 2000 morti.
La rassegna di NRW
Notizie che dovremmo conoscere. Recentemente si è tenuta la tavola rotonda sulle vittime di tratta nigeriana, durante la quale cinque esperte hanno fatto il punto sulla situazione attuale in Africa e in Europa. Ne ha scritto Michela Fantozzi: La tratta di donne continua a fare vittime: ne parlano cinque esperte nigeriane. Sketch infelici. Siamo ancora alla televisione dove bisogna dire “cacca” per far ridere, commenta il polemista Sindbad il Marinaio sull’infelice puntata di Felicissima Sera: Pio e Amedeo, una risata (non) ci seppellirà. L’Italia che cambia, ma non ancora in televisione. La Rai si impegna a impedire il blackface dopo la protesta di Ghali e di diverse associazioni, ma il movimento #CambieRai chiede il cambio di passo: il punto di Elisa Mariani: Niente più blackface in Rai grazie anche a Ghali, ma non basta. Stereotipi che fanno sorridere e pregiudizi che fanno cadere le braccia. Bella Shakhmirza è una giornalista di etnia Nogai originaria del Caucaso del Nord e collaboratrice di NRW. Ha stilato un’ironica e divertente lista delle cose improbabili che le hanno domandato in Italia: Le domande imbarazzanti che non dovreste mai fare a una russa. Meglio leggerli. Il long read di questa settimana è tratto da Il rosso e il blu di Luca Giommoni (Effequ). La chiave giusta per raccontare le migrazioni, una tragedia che si può raccontare come favola.
Il sondaggio di NRW
Ampliare la narrazione. Raccontare l’Italia di oggi e i suoi problemi per cambiare la narrazione incompleta. Informazione inclusiva. Far emergere le contraddizioni di un Paese per poterle affrontare tutti insieme. Al sondaggio preparato dalla start up Steady per chiedervi cosa pensate della nostra informazione e capire se e come siete disposti a entrare nella nostra comunità, a sostenere il nostro impegno, sono emerse queste prime considerazioni. Incoraggianti e significative per continuare ad evolverci, visto che i primi lettori che hanno riposto descrivono NRW come “voce libera”, “uno strumento per capire”, “una finestra su un mondo che spesso non viene considerato”. Continuate a rispondere al nostro sondaggio. Scrivete, chiamateci, mandate anche nuvole di fumo. Insomma non perdiamoci di vista. Questo dialogo è utile per avere altri appunti sulla nostra road map dell’inclusione e crescere insieme.
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