8 marzo: viva le cholitas scalatrici che non litigano per il diritto a considerarsi più vittime
La newsletter di Cristina Giudici
Viva le donne che riescono a non dividersi anche sull’8 marzo. Viva le donne che invece di insultarsi sui social, si focalizzano sulla necessità di rafforzare strategie e visioni contro il patriarcato. Nulla di nuovo in un Paese che fa leva più sulla frustrazione che sulla propria forza e dove si sta alla finestra ad aspettare il prossimo, anzi la prossima che venga trascinata nella polvere. E non mi riferisco solo al dibattito idiota sull’influencer Chiara Ferragni che da icona del successo è stata trasformata in una nuova strega da mettere sul rogo con vile soddisfazione. Ora, le femministe si dividono su chi debba essere difesa e chi invece incarni lo stereotipo della colonialista (e chissenefrega se sia stata vittima di stupri di massa). Come se il corpo della donna potesse essere violato se israeliano e invece fosse sacro se vittima dei crimini di guerra dell’esercito israeliano. Come se il corpo della donna umiliato, torturato e stuprato in un carcere iraniano valesse meno di quello di una donna vittima del femminicidio in Europa.
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Ho letto la polemica fra un’attivista colombiana che ha accusato l’associazione Non una di meno di averla censurata sulla drammatica vicenda delle donne palestinesi. Ho visto che la polemica è tracimata e le due fazioni si sono divise fra chi aveva il diritto ad essere più vittima rispetto all’altra e che alla fine le vittime più vittime sono quelle non europee, non bianche che possono accusare le privilegiate di essere eurocentriche. Vabbé.
E mi sono tristemente persa in una polemica che sembra dimenticare l’urgenza di un’alleanza internazionale, transculturale contro il patriarcato, in nome di tutte le donne. E mi sono molto rallegrata a vedere il filmato sulle scalatrici cholitas: indigene aymara che stanno cercando di sfondare il tetto di cristallo dell’Everest
Ho anche assistito per mesi all’indifferenza verso violenze barbariche contro le dissidenti iraniane in nome dell’antimperialismo occidentale che tifa per Putin e l’asse della resistenza guidata dall’Iran. E non si interroga su cosa facciano gli Houthi alle donne in Yemen perché se sono paladini della causa palestinese va tutto bene. Okkey.
Polemiche avvilenti perché non esistono donne di serie A e B, e neanche femministe che possano arrogarsi il diritto ad esserlo di più perché appartengono a delle minoranze. Dovrebbero invece esistere solo le ingiustizie che si consumano sul corpo delle donne ovunque, indipendentemente dal loro background. E bisognerebbe cambiare anche i termini perché le donne, per vincere la battaglia epocale contro il patriarcato, devono essere protagoniste, non vittime, e devono unirsi, invece di dividersi.
E per questo chiedo una standing ovation e una donazione per le scalatrici cholitas: indigene boliviane (aymaras) che stanno cercando di fare la storia, raggiungendo le vette dell’Everest per le loro sorelle, le montagne, la difesa della terra con tanti altri per e un solo contro: contro il maschilismo.
Viva le donne tutte che combattono contro il patriarcato di ogni genere e sorta. Viva le cholitas che vogliono toccare il cielo!
Leggiamo, facciamo cose e vediamo gente
📚 I libri di NRW: L’ascaro
Faccetta nera, cantavano gli italiani in Eritrea, la colonia africana voluta dal Duce che sognava l’impero. Ma c’era ben altro di nero, nella storia mai troppo raccontata fatta di massacri, gas nervino, stupri e torture. La riscoperta di questo libro di Ghebreyesus Hailu, L’ascaro, pubblicato per la prima volta in italiano da Tamu Edizioni, riempie una lacuna. Ghebreyesus Hailu (1906-1993) è stato una figura di riferimento nel panorama culturale eritreo del ’900. Ha scritto numerose opere di argomento liturgico, teologico, linguistico e letterario. Terminato nel 1927 – ancor prima dell’espansione fascista in Etiopia – da questo brillante religioso eritreo che aveva sfruttato i canali ecclesiastici per acquisire una formazione cosmopolita, L’ascaro è allo stesso tempo un tassello importante della storia letteraria africana e una testimonianza unica sul colonialismo italiano. In una singolare mescolanza di cultura popolare e riferimenti eruditi, il testo di Ghebreyesus Hailu qui tradotto dall’originale tigrino offre non solo una denuncia della brutalità coloniale, in un momento ancora vicino ai fatti, ma anticipa le riflessioni postcoloniali sugli effetti psicologici del colonialismo. Il libro ruota attorno alla vicenda di Tequabo, un giovane eritreo di buona famiglia, che decide di arruolarsi nell’esercito in cerca di fama. L’esercito è quello di una potenza coloniale, l’Italia, che da anni occupa il suo Paese. Un treno lo porterà da Asmara fino alla costa del mar Rosso, e da lì proseguirà in nave verso nord tra lo stupore per la scoperta di popolazioni, città e paesaggi nuovi. Quando però raggiungerà il deserto e si unirà alla sanguinosa campagna militare italiana per la conquista della Libia, per Tequabo il viaggio si trasformerà in un incubo in cui scoprirà l’asprezza del suo duplice ruolo di colonizzato e di strumento di un’altra colonizzazione. La recensione e l’estratto dal libro L’ascaro scelto da Fabio Poletti per NRW.
🎭 Gli ospiti di FjalaFest: Tom Kuka racconta i miti e le storie della tradizione orale albanese
Anna Lattanzi è una critica letteraria e caporedattrice di Albania Letteraria: l’unica rivista culturale dedicata alla letteratura albanese in Italia. Curatrice della Rassegna Incontri Letterari presso il Centro Culturale Slow Mill, è direttrice artistica della prima edizione del Festival FjalaFest che si svolgerà il prossimo 18 e 19 maggio 2024 a Milano e di cui NRW è media partner. In un nuovo articolo, Anna Lattanzi intervista lo scrittore pluripremiato Tom Kuka.
👭🏽 8 marzo: Non è un mondo per donne?
Quattro donne di diverse generazioni, accomunate dall’impegno di far crescere consapevolezza e diritti delle donne, si confronteranno su parità di genere, empowerment femminile, patriarcato. Giada Zuliani, studente di sociologia, Giulia Detomati, imprenditrice e attivista nel settore della sostenibilità, Anna Scavuzzo vicesindaca di Milano, Maria Grazia Santini, docente e già dirigente della Polizia di Stato.
Ci vediamo giovedì 7 marzo 2024 ore 21. Via Cappuccio 5, Milano
The Mill - Le passioni generano idee ETS.
👭🏽 8 marzo: Cara Giulia, il libro-lettera che esce oggi dedicato a Giulia Cecchettin
Le parole di un padre che ha scelto di non restare in silenzio. Un appello potente alle famiglie, alle scuole e alle istituzioni. Il libro è parte di un progetto più ampio a sostegno delle vittime di violenza di genere.
☮ 🔥 🕊Carovana solidale a Rafah per il cessate il fuoco
Rafah - Gaza oltre il Confine è la Carovana Solidale composta da AOI, Amnesty International - Italia, Arci e Assopace Palestina che è partita dall’Italia il 3 marzo.
Una delegazione di operatori e di operatrici delle organizzazioni della società civile, parlamentari, giornaliste e giornalisti, accademici ed esperte di diritto internazionale hanno partecipato al viaggio a Rafah per cercare di spezzare l’assedio ai palestinesi. La parlamentare Ouidad Bakkali sta facendo un diario di bordo sui social. Seguitela.
🎙️ Podcast: Narges Mohammadi
Narges Mohammadi, Nobel per la Pace 2023, è un’attivista iraniana che da tutta la vita entra ed esce dal carcere per le sue idee che sfidano il regime degli ayatollah. Dal carcere di Evin continua a fare battaglie contro il regime ed è un ponte con le nuove generazioni di Donna, vita, libertà. Narges Mohammadi sarà onorata al Giardino dei Giusti di tutto il mondo al Monte Stella, domani alle 10,30 alla presenza del marito, il dissidente Taghi Rahmani.
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Sono tempi complicati, non perdiamoci di vista, a martedì prossimo 🕊️